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Pausa estiva troppo lunga, scuola d’estate? Una ds: “Riaprire le colonie. Chi lascerebbe il proprio figlio a luglio in un forno?”

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Nel corso di questa estate si è parlato molto della pausa estiva a scuola, da molti considerata troppo lunga e problematica per molti genitori che non sanno a chi affidare i figli per così tanto tempo. Una dirigente scolastica, Amanda Ferrario, a capo dell’istituto tecnico economico Tosi di Busto Arsizio, ha proposto una soluzione a La Repubblica.

“Non allungare il calendario scolastico ma riaprire le colonie estive”, questa la sua ricetta. “Il problema c’è, esiste e ne siamo consapevoli come docenti e come dirigenti. In particolare per tutta quella fascia di famiglie con figli che vanno dai 6 ai 16 anni. Dico anche, però, che ridimensionare le vacanze estive è piuttosto difficile e che non è con l’allungamento del calendario scolastico che si risolve il problema”, ha aggiunto.

“Mancano spazi e docenti”

Secondo la preside non si può obbligare gli studenti ad andare a scuola in piena estate, con temperature elevatissime: “In Italia abbiamo zone geografiche dove si raggiungono temperature elevate già a giugno e nel contempo le strutture non sono adeguate perché manca l’aria condizionata, mancano gli spazi e mancano i docenti. Chi lascerebbe il proprio figlio fino a luglio in un forno?”.

“Ho provocato parlando di un ritorno alle colonie marine, montane ed elioterapiche di città, ma dentro questa definizione ci può stare anche la struttura ricettiva in disuso, un edificio pubblico di un comune marittimo o di lago o di montagna che non si sa come riutilizzare. Questi luoghi potrebbero essere trasformati e accogliere bambini e ragazzi ai quali permettere di respirare aria buona e svolgere attività sociali, sportive, ludiche”, ha detto, ampliando il suo pensiero.

“Ad occuparsene dovrebbero essere il Governo e in particolare il ministro dell’Istruzione ma anche gli enti locali, le scuole stesse e io mi ci metto per prima, Confindustria e le aziende private, come si faceva una volta. Penso alla Fiat, alla Olivetti, alla Telecom che permettevano ai propri dipendenti di mandare i figli al mare a prezzi calmierati. Se ci si sedesse tutti attorno ad un tavolo e si iniziasse a lavorare ora per il prossimo anno sarei la prima a presentarmi. Ad esempio proporrei di permettere il finanziamento con il 5 per mille, molte famiglie sarebbero ben contente di devolverlo a questo scopo”, ha spiegato.

Differenze tra Italia e altri paesi d’Europa

Come abbiamo scritto, nel rapporto di Eurydice The organisation of school time in Europe. Primary and general secondary education – 2022/2023 è possibile notare una differenza massiccia di giorni di vacanza tra Italia e il resto d’Europa.

Il documento fornisce una panoramica sull’inizio dell’anno scolastico e sulla sua durata, nonché sui tempi e durata delle vacanze scolastiche. Copre sia l’istruzione primaria che quella secondaria generale. Le informazioni sono disponibili per i 37 paesi partecipanti al programma Erasmus+ dell’UE (27 Stati membri dell’UE, Albania, Bosnia ed Erzegovina, Svizzera, Islanda, Liechtenstein, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia e Turchia). Analizziamo lo studio con anno di riferimento 2022/2023.

In primo luogo, bisogna sottolineare che in Italia ogni regione delibera il proprio calendario scolastico contenente inizio e fine delle lezioni, ponti, giorni di festività e altri dettagli. Quindi in questo caso ogni regione (e ogni scuola) ha una data di inizio e fine diversa. Mediamente le lezioni iniziano la prima metà di settembre e terminano nei primi giorni di giugno.

Partendo da questa analisi è possibile notare come ltalia e altri paesi europei (Lettonia, Malta, Portogallo, Irlanda, Grecia e Turchia) siano gli unici ad avere più di 100 giorni di pausa. A detenere il record è Malta, i cui giorni di vacanza sono 135.

In Danimarca, alcuni Länder tedeschi, Paesi Bassi, alcuni cantoni svizzeri e Liechtenstein le scuole d’estate sono chiuse massimo 6 settimane.