Nel comunicato per il nuovo anno paventavamo il rischio di cassa integrazione per la scuola, intanto è arrivata la conferma della decurtazione dello stipendio per i pochi fortunati, o meglio, meritevoli di ottenerlo, come tutte e tutti gli altri, che hanno ricevuto lo scatto nei mesi passati. Dalla farsa alla beffa.
Con la scusa che ci dobbiamo contentare di avere un salario, è oramai tramontata l’idea tanto del ruolo unico docente, ammesso che qualche ministro l’abbia mai veramente avuta, come pure la possibilità di esigere uno stipendio europeo.
È un disastro di proporzioni epocali, che, nel disinteresse dei grandi media, relega la scuola fuori dal dibattito sociale e politico.
Di scuola non parla più nessuno, non interessa più a nessuno.
Tranne a noi studenti, docenti e Ata che ogni giorno vi entriamo, ancora, con il nostro entusiasmo, ma siamo pochi, troppo pochi.
Il Sisa come sempre è pronto a scendere in piazza e ad alzare la voce, ma non possiamo essere solo noi.
Occorre mobilitarsi insieme e presto, prima che sia troppo tardi.