Home Attualità Pax Christi: un’iniziativa per contrastare la promozione del militarismo nelle scuole

Pax Christi: un’iniziativa per contrastare la promozione del militarismo nelle scuole

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Scuole smilitarizzate”: una campagna rivolta «ai docenti e agli studenti delle scuole superiori, affinché, senza aggiungere un altro progetto didattico, siano provocati ad evidenziare la dimensione dell’educazione alla pace e alla risoluzione nonviolenta dei conflitti». La propone Pax Christi (movimento pacifista internazionale) insieme al Mir (movimento internazionale per la riconciliazione) e l’associazione Sos Diritti. Una campagna che «non richiede di aggiungere impegnative attività all’orario scolastico né alcun impegno economico, ma una presa di coscienza aperta ad una conseguente integrazione degli attuali programmi educativi-didattici nelle tematiche della pace». Non quindi redazione di ulteriori progetti, ma un cambio di orientamento in favore dell’educazione alla pace e della mentalità nonviolenta. Qualcosa di nuovo, insomma, in un’Italia che da undici mesi non pensa ad altro che a mascherine e clausure. Eppure il tema, a guardar bene, tanto nuovo non è.

Educare alla pace e ai diritti umani: finalità della Scuola dal 1948

Pochi lo ricordano, infatti, ma già il 4 ottobre 2007 l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni firmò le “Linee guida sull’educazione alla pace e ai diritti umani”, ove si afferma «l’importanza di acquisire conoscenze e tecniche per la comprensione, in tutti gli ambiti e a tutti i livelli, dei processi conflittuali in atto, delle relative cause e della individuazione delle soluzioni nonviolente potenzialmente disponibili», e il compito della Scuola di «contribuire a sviluppare la cultura della pace, della nonviolenza e dei diritti umani». Si definisce la Scuola «luogo privilegiato dove poter migliorare la qualità della vita delle persone e dove poter accrescere le loro capacità di partecipare ai processi decisionali che guidano le politiche sociali, culturali ed economiche della nostra società». Pertanto la campagna di Pax Christi — nonostante i 13 anni di oblio calati su queste importanti affermazioni — non nasce da estemporaneità. Lo si potrebbe pensare solo qualora si dimenticasse la funzione della Scuola nella Repubblica la cui Costituzione, all’articolo 11, ripudia la guerra.

Se le forze armate dello Stato promuovono se stesse nelle scuole

Eppure — ricorda Pax Christi nella presentazione della Campagna — la Scuola italiana «apre spesso le porte ad attività presentate, come ‘orientamento scolastico’, direttamente dalle Forze armate, da tempo impegnate a raggiungere capillarmente il mondo giovanile» (fatto documentato anche da “La Tecnica della Scuola”). La Scuola, invece, «deve educare alla nonviolenza e alla pace come espressione di quella cittadinanza attiva sempre presente nelle indicazioni ministeriali, per formare costruttori di pace, tessitori di dialogo e di relazioni tra i popoli, nella ricerca di risoluzioni autenticamente pacifiche dei conflitti».

«Al contrario», continua il documento, «quando nella realtà formativa dei ragazzi entrano le attività promozionali dell’Esercito italiano, della Marina militare e dell’Aeronautica militare, si promuove un militarismo che educa all’arte della guerra piuttosto che alla costruzione della pace con mezzi pacifici e attraverso il rispetto per l’altro. Riteniamo sia grave responsabilità la contaminazione dell’attività didattica con la promozione di una cultura di guerra in cui il soldato è proposto come colui che diffonde la pace e sacrifica la sua vita, sorvolando sul fatto che lo fa armi in pugno, imparando ad eliminare l’altro. Su questo crinale degenerativo dell’altissimo compito formativo della scuola, la patria è proposta non più come bene comune da proteggere, ma astrazione da difendere con l’uso della forza militare. Si indicano scelte di morte e di violenza laddove si dovrebbero aprire i ragazzi ad un futuro di responsabilità, al dono di sé, piuttosto che alla considerazione dell’altro come possibile nemico».

Strumenti pratici per le scuole che aderiscono

Il progetto offre un “Manifesto di una scuola smilitarizzata” cui aderire; un “Kit” di strumenti, tra cui un video che mostra, con servizi del TG3, quanto il militarismo militante abbia fatto breccia nelle nostre scuole; una presentazione in diapositive della Campagna per far riflettere sull’immagine della guerra come “missione di pace”; un’utilissima bibliografia e sitografia; e persino le istruzioni per proporre giochi nonviolenti.

Pax Christi: che cos’è?

Il movimento Pax Christi ha una storia illustre. Venne fondato nel 1945 nella Francia distrutta dall’ultimo conflitto mondiale, con la finalità (difficilissima) di riportare la pace tra i popoli francese e tedesco, dopo secoli di odio che erano culminati nell’orrore del secondo conflitto mondiale. In seguito Pax Christi si diffuse in tutta Europa. L’enciclica di papa Giovanni XXIII Pacem in terris, che nel 1963 proclamava il rispetto dei diritti umani e l’impegno per la giustizia su questa terra, diventò il fondamento ideale del movimento.

Oggi Pax Christi è in tutto il mondo. La sezione italiana esiste dal 1954; ha avuto tra i suoi Presidenti figure del calibro di Tonino Bello (che la diresse dal 1985 alla prematura morte nel 1993) e altri cattolici progressisti.

L’adesione delle associazioni pacifiste e di un Sindacato di base della Scuola

Alla Campagna “Scuole Smilitarizzate” hanno aderito una quindicina di associazioni (tra cui “VAS – Verdi Ambiente e Società”, “Amesci”, “La comunità per lo sviluppo umano”, “Associazione per la Pace”, “Laici Missionari Comboniani”, “Peacelink”, “L’AltrascuolA”) e il Sindacato “Unicobas Scuola & Università”).