Alpette, Ingria, Valprato, Frassinetto, Noasca, Rosone, Ceresole: sono i nomi di alcuni piccoli, piccolissimi paesi di montagna della provincia di Torino che hanno ormai perso (o stanno perdendo) la scuola elementare, ma che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione potrebbero trasformare in modo radicale.
Il progetto è dell’assessore provinciale all’istruzione Gianni Oliva che sostiene: "Un plesso di piccole dimensioni tende ad isolare sia i docenti che gli alunni, ma l’innovazione tecnologica offre una nuova opportunità".
"Nell’ambito della pianificazione strategica della Provincia – spiega Oliva – stiamo pensando ad un modello sperimentale di scuola tecnologica: vogliamo intervenire su un circolo didattico di alta valle, fatto di plessi sparsi tra centri diversi, collegandolo in rete, cablandolo interamente, dotandolo di computer in ogni aula e videoproiettori che proiettino su schermo grande. Attraverso la tecnologia, la scuola di montagna potrà ‘comunicare’ con l’esterno e tutto ciò che è esterno potrà ‘entrare’ nella scuola".
Il problema dello spopolamento della vallate alpine ha determinato negli ultimi anni la chiusura di molte scuole determinando situazioni difficili: decine di Comuni sono ormai senza scuola elementare, quelli che ancora ce l’hanno lo stanno facendo a proprie spese; è il caso – per esempio – di Ceresole Reale (100 abitanti, all’ingresso del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il cui nome fa riferimento ai tempi gloriosi in cui ospitava le battute di caccia di Vittorio Emanuele II) che paga in proprio lo stipendio di una insegnante mantenendo in vita una delle poche "scuole sussidiate" d’Italia.
Gianni Oliva difende la propria idea anche con argomentazioni culturali e sociali:
"Ha senso che 10/15 bambini (talvolta anche meno) vengano riuniti in una pluriclasse quando possono frequentare più a valle una scuola dai corsi regolari?
Sul piano economico la risposta è ovvia: un servizio di scuolabus è meno oneroso, ma bisogna anche considerare che l’esistenza di una scuola elementare è una delle ragioni che mantengono una comunità legata al territorio montano: soprattutto, è una delle ragioni che danno alla comunità il senso di appartenenza e di identità".
Se il progetto della Provincia di Torino andrà in porto i bambini e le bambine di molti Comuni di montagna potranno così rimanere nel loro paese e seguire le lezioni attraverso lo schermo del computer. Potranno restare collegati con altri compagni anche quando le valanghe interrompono le vie di comunicazione (spesso – durante i mesi invernali – Ceresole resta isolata dal fondo valle). Mancheranno i contatti fisici e non ci si potrà più azzuffare: ma – in un mondo sempre più virtuale – tutto questo, forse, non ha molta importanza.
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