I lettori ci scrivono

Il Pc parla latino

Qualsiasi linguaggio settoriale è profondamente permeato di latino: persino, l’informatica ha una matrice classica! E forse l’ingegnere del web non sapeva fino ad oggi di essere un latinista! Conoscenza inconsapevole, avrebbe detto Platone, anche in senso di ri-conoscenza; o unknown knows, Chapeau, mescolando di tutto un po’, nella global-Torre di Babele di oggi!

Comunque, ritornando a noi, dal computer, (termine che, mediato dalla lingua albionica, risale al verbo computare) ai bit (da bi[nary digi]t, espressione che richiamano alla mente l’aggettivo numerale bini e il sostantivo anatomico digitus, il più antico e naturale strumento di computazione), ai data che mettiamo in memoria e che eliminiamo con il comando “delete” ( che ovviamente rimanda al verbo deleo), tutto, insomma, è circuito antico immesso nel nuovo, con prove  schiaccianti alle mani, al vaglio di quella Polizia scientifica, che è la lingua, appunto!

Evidente, e senza tema di smentita, perché è a peso di dizionario: anche in questo, il Classico è stato lungimirante e previdente! Non è mai scomparso, resistendo alla selezione naturale di Darwin. Il pregiudizio, se mai, per chi lo volesse mettere in discussione,  è un’involuzione, al contrario! Allo stile ciceroniano, sempre attraverso il solito infiltrato speciale, ovvero l’inglese, risale anche il mouse ( da mus, muris = topo), con cui muoviamo il cursore ( cursor era lo schiavo che precedeva la lettiga della domina) che compare sul video, nonché  il server (da servio, servus) o il provider ( da provideo, provisor) che ci permettono la connessione (da connecto, connectio) ad internet (il prefisso lat. inter  è unito al sostantivo ingl. net che significa rete).

Pertanto, il codice di accesso resta sempre il solito Latinorum, la trama delle trame contro cui non tramare nulla se non altro per il lieto fine cui è destinato per natura: C’era una volta, allora, e resterà per sempre, d’ora in poi.

Un patrimonio culturale a fede nuziale, concludendo, per vivere felici e contenti (di quel sacro Bello, che la Storia continua sempre a mettere di fronte a noi, vita natural durante, Apocalisse compresa, che di suo, è  proprio svelamento, ovvero Rivelazione, a partire da un prima e da un Primo, umanamente e divinamente).

Francesco Polopoli

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