Ancora un grave incidente ad uno studente durante lo svolgimento del Pcto, l’ex alternanza scuola-lavoro che nelle intenzioni dell’attuale Governo va incrementata perchè fondamentale per acquisire competenze poi indispensabili per affermarsi nel mondo del lavoro: lo scorso 29 febbraio, in provincia di Genova un ragazzo è rimasto ferito perdendo un dito mentre era impegnato in attività aziendali. Non si hanno notizie precise sull’accaduto in Liguria, ma secondo Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti, quello che è trapelato basta per dire che siamo dinanzi “all’ennesima conferma che i Pcto”, fino al 2019 denominati alternanza scuola-lavoro, vanno aboliti perchè non sono formativi ma solo “uno strumento inutile e dannoso“.
Premesso questo, l’Unione degli studenti chiede “immediatamente l’abolizione dei Pcto e l’istituzione dell’istruzione integrata, che si configura come un ribaltamento totale dell’alternanza scuola-lavoro, sicura, gratuita, fuori dal processo produttivo, con finalità educative e capace di mettere in critica il modello sociale esistente per poterne immaginare uno differente”.
“Al ministro – continua Chiesa – abbiamo presentato più volte le nostre proposte, richiedendo incontri: continueremo a mobilitarci fino a che non saremo ascoltati e finché ogni forma di alternanza scuola lavoro non sarà abolita e ripensata totalmente”.
Alice Beccari, dell’esecutivo nazionale dell’Uds, aggiunge che “questo caso si aggiunge a una lunga lista di infortuni e, nel peggiore dei casi, a quelli che si possono definire omicidi di stato, quali quelli di Lorenzo Parelli, Giuseppe Lenoci e Giuliano De Seta, degli anni scorsi”.
Secondo Beccari, “i Pcto sono un modello educativo che mira a formare lavoratori non consapevoli dei propri diritti, subordinando il ruolo dei saperi alle logiche del sistema e il governo Meloni continua ad ignorare questo problema. Non solo: il ministro Valditara sta ampliando le politiche che subordinano sempre di più il mondo dell’istruzione a quello dell’impresa, in ultimo con la riforma dei tecnici e dei professionali, che crea scuole adatte solo a preparare futuri lavoratori da sfruttare”.
Il problema della sicurezza sul lavoro è stato messo in risalto anche lo scorso 1° maggio, in occasione del Concertone di Roma: la morte del 18enne Lorenzo Parelli – travolto nel 2022 in provincia di Udine da una putrella all’interno di un’azienda meccanica che produce bilance stradali durante l’ultimo giorno di stage – è diventata il simbolo della manifestazione.
A fine 2022, a Lorenzo Parelli l’Espresso aveva dedicato il ruolo di persona dell’anno, perché vittima di una scuola che ancora oggi forma in luoghi insicuri.
Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, qualche settimana dopo la morte del giovane, disse che non sarebbero mai più dovute accadere “tragedie come quella” e che la vera “dignità è azzerare le morti sul lavoro che feriscono la società. La sicurezza del lavoro riguarda il valore che attribuiamo alla vita”, aveva detto il Capo dello Stato.
Invece, dopo Lorenzo, sempre in quel tragico anno, a perdere la vita mentre svolgeva uno stage è stato anche Giuseppe Lenoci, di soli 16 anni: il giovane, di Monte Urano, nel Fermano, stava svolgendo un apprendistato nelle Marche come parte integrante di un corso Professionale (non statale) di termoidraulica e gli è stato fatale lo schianto contro un albero del furgone della ditta sui cui viaggiava con un dipendente dell’azienda.
A metà settembre dello stesso anno la sorte ha voltato le spalle anche a Giuliano de Seta, diciottenne che svolgeva il Pcto in un’azienda specializzata nella piegatura dei metalli a Noventa di Piave, in provincia di Venezia: si trovava da solo nei pressi di un macchinario, quando una pesante lastra di ferro è scivolata da un cavalletto e l’ha preso in pieno agli arti inferiori. Anche per Giuliano, come per Giuseppe e Lorenzo, non c’è stato nulla da fare. E gli incidenti agli studenti, fortunatamente non fatali, continuano a capitare.