All’indomani della tragedia della morte del ragazzo friulano, il gruppo No Invalsi, No Alternanza Scuola-Lavoro, No Didattica a distanza chiede l’abolizione del Pcto esortando gli educatori a prendere le distanze dall’alternanza scuola-lavoro. Così dichiarano: “Chiediamo ai docenti tutor dei PCTO (eufemismo per mascherare la sudditanza della scuola alle esigenze delle imprese) e ai tutor aziendali di riprendere consapevolezza della priorità del loro ruolo educativo e di presentare le dimissioni dall’incarico”.
E continuano: “Gli apologeti del lavoro precario, flessibile, contrattato fuori dalle regole, mal pagato, sfruttato, fin dalla MalaScuola di Renzi si sono detti favorevoli alle attività di alternanza scuola-lavoro. È ovvio: vogliono avviare precocemente ragazze e ragazzi ad accettare proprio quelle condizioni di ricatto e subalternità”.
“Non esiste una Buona Alternanza – concludono -. Un educatore non può essere complice della forma più vergognosa di attacco alla funzione costituzionale della scuola. A scuola si va, e vale anche per gli studenti dei percorsi professionalizzanti che pagano il prezzo più alto, non per entrare nel proprio destino adulto, ma per provare a costruirlo con consapevolezza, in un mondo più giusto e solidale”.
Un tema che abbiamo affrontato anche nel corso della diretta della Tecnica della Scuola Live con l’esperto di politiche scolastiche Marco Campione, che ha affermato:
“Lasciamo depositare l’effetto emotivo e tragico della vicenda – esorta Campione – e parliamone più avanti. Peraltro, il rapporto tra scuola e lavoro – sottolinea – fa anche parte delle riforme del Pnrr e dunque avremo modo di approfondire la questione”.
Ma suggerisce: sarebbe opportuno parlare di tutto questo “in sede di Stati generali, che è un luogo franco, fuori dalle baruffe quotidiane della politica, dove si può discutere di queste cose in modo serio e senza pregiudizi”.
Ma facciamo chiarezza: Lorenzo non frequentava un Pcto, è un errore di fondo continuare a tirare in ballo questo strumento formativo. Lorenzo frequentava un Centro di formazione professionale, che peraltro, come la maggior parte dei centri di formazione professionale, non dipende dal Ministero dell’istruzione ma dalle regioni. Ed è giusto precisare che nell’ambito della formazione professionale lo stage in azienda è chiaramente un momento essenziale, che gli studenti pretendono di avere.
Sul sito del centro frequentato da Lorenzo, non a caso, leggiamo un chiarimento: “Siamo molto addolorati per la morte del giovane Lorenzo Parelli, che frequentava il quarto anno di un percorso duale nel settore della meccanica industriale, deceduto a seguito di un incidente presso l’azienda che lo ospitava. La tragedia ha visto la presa di posizione di alcuni soggetti che hanno messo in dubbio la qualità e la bontà della tipologia formativa che il giovane stava svolgendo. Per questo, ci troviamo costretti a precisare che il sistema duale è una modalità per realizzare percorsi scolastici/formativi che coinvolge due attori, la Scuola/Ente di formazione e l’Azienda per favorire il passaggio al mondo del lavoro e sottrarre i giovani al limbo della disoccupazione. E’ una preziosa alleanza tra scuola e lavoro”, dichiara Paola Vacchina.
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