I lettori ci scrivono

PCTO e valorizzazione del territorio

Tra gli obiettivi formativi individuati come prioritari dalle istituzioni scolastiche, secondo quanto indicato dall’articolo 1, comma 7, della legge 107/2015, rientrano “il potenziamento delle competenze nell’arte e nella storia dell’arte”, “lo sviluppo di comportamenti responsabili ispirati al rispetto dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali”, “la valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l’interazione con le famiglie e la comunità locale”.

Tutto ciò è diventato realtà nel Liceo Scientifico “Nobile-Amundsen” di Lauro (Avellino), una piccola scuola, istituita nella seconda metà degli anni Settanta, che sta purtroppo vivendo, da due anni a questa parte, un calo di iscrizioni che ne minaccia la sopravvivenza. Gli alunni della classe V A del Liceo intitolato a Umberto Nobile, il noto trasvolatore del Polo Nord nato a Lauro, hanno, infatti, presentato, nel corso del colloquio degli Esami di Stato 2020 che si sono appena conclusi, alcuni lavori multimediali su Chiese e monumenti del territorio: è il risultato finale delle attività di PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, ex Alternanza Scuola Lavoro), secondo quanto stabilito dalla normativa vigente (Legge 13 luglio 2015, n.107 e successive integrazioni, in particolare la nota MIUR n.3380 del 18/02/2019 relativa alle novità della legge di bilancio 2019), per una durata complessiva non inferiore a 90 ore di lezione.

Il percorso seguito dagli studenti è stato quello di Guida turistica/ Operatore culturale, presso l’Associazione culturale ricreativa Pro Lauro. Il progetto è stato pensato per avvicinare i giovani alla conoscenza del patrimonio artistico, storico e culturale del territorio in cui vivono e ha compreso un’ interessante manifestazione aperta al pubblico, che si è svolta, nel precedente anno scolastico, nel suggestivo scenario dei resti della Villa Romana di San Giovanni del Palco, con gli studenti in costume d’epoca, che hanno declamato poesie latine di Catullo tradotte in dialetto napoletano (Campamm piccerè, facimm’ ammore… Vivamus mea Lesbia atque amemus) e recitato due testi, scritti per l’occasione dal tutor interno Giuseppe Scafuro, sul tema della guerra sociale e della morte di Ottaviano Augusto, due eventi che hanno riguardato da vicino la storia del territorio in cui la scuola è collocata.

Si è trattato di un’esperienza di grande valenza formativa e culturale perché, attraverso lo studio del proprio territorio e dei suoi monumenti più significativi, gli studenti hanno avuto la possibilità di vedere riflessi i grandi eventi storici studiati sui libri di testo, spesso avvertiti come lontani non solo nel tempo ma anche nello spazio, nel territorio in cui essi vivono quotidianamente.

La storia del Castello Lancellotti, il monumento più rappresentativo del Vallo di Lauro, incendiato dai Francesi nel 1799 per punire l’abbattimento dell’albero della libertà da parte degli abitanti del borgo, ha fornito l’occasione, per esempio, di rispolverare la storia del nostro Mezzogiorno, la rivoluzione partenopea e la reazione sanfedista descritta dal Cuoco, mentre Villa Pandola Sanfelice, appartenuta a due famiglie di opposta ideologia politica, una conservatrice, l’altra liberale, ha dato adito a una rivisitazione del nostro Risorgimento; gli affreschi medievali di Sant’Aniello a Quindici e dell’Assunta in Pernosano hanno, invece, consentito di inquadrare la storia artistica e culturale di Lauro a quella della vicina città di Nola, mentre il Cristo nudo nelle acque della Chiesa di Fellino ha suscitato la curiosità dei nostri giovani verso una rara novità iconografica; lo studio della Madonna bizantina di Quindici, giunta nella nostra zona dall’Oriente, ha, invece, permesso di riparlare di iconoclastia e di collegarla al culto di Mamma Schiavona a Montevergine; il Palazzo dei Tufi, con la sua caratteristica facciata in tufo a cuscino e a punta di diamante, ha consentito di cogliere le connessioni con la Chiesa del Gesù a Napoli e Palazzo dei Diamanti a Ferrara; infine, le grottesche di Palazzo Pignatelli hanno dato lo spunto per riparlare della Domus Aurea e il culto patronale di san Sebastiano e san Rocco della peste del 1653 e delle epidemie descritte nel passato da Lucrezio, Boccaccio e Manzoni, nonché di riallacciarci alla pandemia dei nostri giorni. Insomma, un modo efficace e innovativo per accostare le studentesse e gli studenti allo studio della civiltà e del patrimonio storico- artistico del proprio territorio.
In un libriccino scritto qualche anno fa da Tommaso Montanari, provocatoriamente intitolato “A cosa serve Michelangelo”, l’autore, affermando che l’importanza dell’arte in Italia non è solo nella singola opera, per quanto insigne, sosteneva: “Ciò che fa l’unità dell’Italia è il tessuto connettivo che c’è nelle chiese, nelle campagne, l’incrocio tra arte e natura sedimentato nella storia. L’opera d’arte è sempre un rapporto: con le altre opere, con la cultura, la politica e la religione in cui è nata”.

Non resta che da esprimere il compiacimento di aver contribuito a far cogliere questo rapporto agli studenti del Liceo Nobile- Amundsen di Lauro e a far vivere loro questa bella esperienza formativa, che può rappresentare anche per il futuro un interessante modello da tener presente per le attività di PCTO.

Giuseppe Scafuro

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