Continuano le polemiche sui Pcto (alternanza scuola-lavoro), dopo l’ultimo incidente in cui ha perso la vita uno studente 18enne, e non più rinviabile appare la necessità di una revisione normativa. Non si può tuttavia prescindere dal più vasto problema della sicurezza nel lavoro. Basta guardare i numeri: 600 sono state le vittime solo nei primi sette mesi del 2022.
Reazioni molto differenziate
Dopo l’episodio mortale accaduto il 16 settembre a Noventa di Piave, il terzo nel corso di questo 2022, più gli altri infortuni anche gravi sempre durante i Pcto, le reazioni sono state molto dure da parte della Rete degli Studenti Medi che ne chiedono l’abolizione. “Questa non è scuola, questo non è lavoro”, dicono.
La Cgil non è contraria ai Pcto, purché costituiscano un’opportunità formativa pienamente inserita e valorizzata nei percorsi di studio. Ma è sempre stata contraria all’obbligatorietà e alla precisa quantificazione oraria, introdotte dalla legge 107/2015 (Buona Scuola), anche se il monte ore effettivo è stato poi ridotto dalla legge 145/2018 a causa delle difficoltà organizzative incontrate da molte scuole. Il sindacato è favorevole invece a una revisione normativa, per evitare qualsiasi forma di lavoro gratuito mascherato, escludere l’inserimento in contesti lavorativi a rischio e stabilire standard rigorosi.
Dall’altra parte, c’è chi difende l’efficacia dell’apprendimento on the job con la dovuta attenzione alla sicurezza, come Valentina Aprea, per la quale non ha senso mettere in discussione questa modalità di apprendimento, raccomandata dalla Ue, fondamentale per lo sviluppo delle competenze chiave e delle competenze trasversali, ma bisogna esigere dalle imprese il rispetto delle norme che già ci sono e in particolare degli accompagnamenti personalizzati di ciascuno studente.
Il problema fondamentale riguarda la sicurezza nei luoghi di lavoro e il rispetto delle norme
Se da un lato lascia sgomenti la morte di tre studenti in pochi mesi durante le attività di alternanza svolte in azienda, pensiamo che nello stesso periodo si contano quasi tre morti al giorno per incidenti sul lavoro. Un fenomeno impressionante, sottovalutato dai media e ignorato dalla campagna elettorale a cui abbiamo appena assistito, attentissima a ogni pettegolezzo, ma cieca e sorda sul problema delle condizioni del lavoro. Nei primi sette mesi del 2022 si registrano oltre 600 vittime di incidenti mortali e 441mila sono state le denunce di infortunio.
E pensare che di sicurezza sul lavoro si parla da decenni, con una legislazione specifica che si è via via sviluppata negli anni, poi riunita e sistemata nel corpus del Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro del 2008, con tutti gli obblighi dettagliati e sanzionati a carico del datore di lavoro e del lavoratore, e con la prevista formazione obbligatoria a carico di chiunque.
È imprescindibile pertanto intervenire al fine di applicare per davvero la legge e accrescere la cultura della sicurezza così tragicamente trascurata.
Un buon segnale pare arrivare proprio in questi giorni dalla nuova presidente delle Corte Costituzionale, Silvana Sciarra, giuslavorista, che, fra le tante dichiarazioni fatte ai giornalisti dopo la sua elezione, ha posto l’accento anche sulla sicurezza nel lavoro. “Il sistema di leggi in Italia sulla tutela della salute nei luoghi di lavoro è molto avanzato”, dice, “A volte però forse ci sono stati errori e omissioni. Bisogna insistere usando le leggi già molto avanzate. Non siamo privi di regole ma c’è una scarsa attenzione nell’attuarle nel modo migliore”.
Pcto verso una revisione normativa
Nello specifico dei Pcto, bisognerà comunque rivedere almeno in parte la normativa, fare maggiore attenzione alle aziende da selezionare, pretendere che il tutor, esterno e interno, sia presente e attivo nella sua funzione, in modo da garantire un effettivo ed efficace supporto ai giovani tanto nelle attività di apprendimento quanto nel rispetto delle norme su salute e sicurezza.
Non si può trascurare però che gli studenti generalmente dimostrano di apprezzare la “dimensione operativa del fare”, che negli istituti tecnici e professionali è da sempre il motivo principale della scelta di questi percorsi, prima ancora che l’Asl (poi diventata Pcto) fosse istituita.
Nei questionari di gradimento che vengono somministrati al termine dell’Asl/Pcto, in larga maggioranza gli studenti si dichiarano soddisfatti dell’esperienza svolta in contesto lavorativo e apprezzano in particolare la coerenza col proprio percorso di studio e con gli interessi personali, e il fatto di essere seguiti adeguatamente dal tutor aziendale.
Una delle ipotesi di revisione dei Pcto è quella di togliere il tetto di ore obbligatorio, che consentirebbe di puntare su esperienze selettive e di qualità, con maggior attenzione a tutti gli aspetti legati alla sicurezza senza privare gli studenti di utili opportunità, che ampliano le loro conoscenze e competenze.