Pd: il Governo tuteli la lingua e la cultura italiana all’estero

E’ quanto affermano i capigruppo delle commissioni cultura di Camera e Senato, Maria Coscia e Antonio Rusconi, il responsabile del PD all’estero, Eugenio Marino, la responsabile Scuola, Francesca Puglisi e il responsabile Cultura, Matteo Orfini.
”Per l’ennesima volta anche questo governo ha operato nella logica dei tagli lineari, penalizzando un settore vitale per il futuro del Paese, quale quello della scuola, colpendo soprattutto l’insegnamento della lingua e cultura italiana all’estero, sia attraverso la pesante riduzione del contingente degli insegnanti italiani che, al contempo, attraverso la mancanza di risorse da destinare agli enti gestori. Il Partito Democratico aveva avanzato delle proposte assumendosi precise responsabilità e senza aumentare la spesa, bensì mantenendo il contingente, tagliando le indennità di sede e diverse agevolazioni sia degli insegnanti che del personale MAE e introducendo quindi i primi elementi di una piu’ ampia riforma da fare nei prossimi mesi. Queste proposte non sono state accolte – proseguono i dirigenti democratici – e si e’ preferito tagliare il personale con il triplice effetto di perdere diversi corsi di lingua italiana all’estero, non riversare nemmeno parte dei risparmi ottenuti sugli enti gestori e di aumentare il numero degli insegnanti soprannumerari in Italia, con conseguente perdita di posti di lavoro”.
”Va invertita questa tendenza con una riforma di sistema – concludono – al fine di garantire la sopravvivenza e il rilancio del sistema misto di insegnamento e diffusione della lingua italiana nel mondo. Come Pd proseguiremo anche in futuro nella direzione da noi indicata in Senato e nell’impegno volto a recuperare anche risorse per gli enti in un quadro di rilancio del sistema misto, unico sistema capace di migliorare i servizi a beneficio della comunita’ e dell’immagine dell’Italia nel mondo in un contesto di competitività con gli altri grandi Paesi europei che, per diffondere lingua e cultura all’estero, spendono risorse molto più consistenti delle nostre”.

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