“Che fine hanno fatto i docenti precari della scuola, mentre si parla di orario di lavoro, di autogoverno delle scuole, di scatti di anzianità?”
Una domanda precisa che i dirigenti del Pd pongono e che da tempo ci attendavamo, con relativa soluzione, anche da parte di un po’ tutti i partiti politici che, se da un lato stanno appoggiando il Governo Monti, dall’altro dovrebbero pure preparasi, in vista delle prossime elezioni di primavera, a dire esattamente come intendono muoversi nei confronti della scuole e cosa fare per risolvere definitivamente il gravissimo problema degli altre 200mila precari.
Infatti, dicono dalle parti del Pd, relativamente ai precari chiamati alla bisogna e poi mandati a casa quando più non servono: “Questi docenti continuano a permettere che il sistema scolastico funzioni -spiega Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Partito Democratico- poiché è chiaro che senza di loro, molte scuole non riuscirebbero neanche ad aprire. E non si può far finta di niente. Dopo aver scongiurato, grazie al PD, l’aumento delle orario di lavoro degli insegnanti, che avrebbe portato a ulteriori tagli proprio a danno dei precari, dobbiamo pensare al futuro. Si voterà fra non molti mesi e c’è bisogno di un governo che dica, senza ‘se’ e senza ‘ma’, che occorre tornare a investire nell’istruzione.”
Ma c’è di più e che rappresenta un vero e proprio impegno che il Partito democratico si assume frontalmente nei riguardi dei docenti precari: “Il PD ha già detto con chiarezza che vogliamo prevedere un piano straordinario di immissioni in ruolo per i precari delle GAE, e questo faremo andando al governo”.
Una dichiarazione che sottolineiamo con vero piacere e alla quale facciamo, parafrasando altri giornalisti, un nodo a doppia mandata.
“Oggi, intanto, c’è bisogno di affrontare un’emergenza che non riguarda – come alcuni vorrebbero far credere – solo la Sicilia, ma è estesa a tutta Italia: il mancato rinnovo del decreto ‘salvaprecari’.
Chi si sta occupando della questione è la deputata PD Alessandra Siragusa.
“Il Pd – spiegano – era inizialmente contrario al ‘salvaprecari’, perché figlio dei licenziamenti di massa voluti dal ministro Gelmini, ma è chiaro che nell’emergenza dobbiamo impegnarci per salvare i diritti minimi di quegli insegnanti che si trovano senza lavoro.
Per garantire ai docenti precari la continuità lavorativa e la maturazione del punteggio di servizio, occorre rinnovare, anche per l’anno scolastico 2012/2013, il cosiddetto decreto ‘Salva precari’.
Si tratta di una misura che non comporta oneri finanziari aggiuntivi a carico del Miur, o comunque del bilancio dello Stato, come si evince sia dal primo provvedimento che lo ha istituito, legge n. 167 del 24 novembre 2009, sia dalle sue proroghe successive (art. 1 della legge n. 25 del 2010 e articolo 9, comma 21/bis, della legge n. 106 del 2011).
Dopo essere stato inserito nella legge di stabilità, il ‘salvaprecari’ è scomparso anche da lì, nonostante il comma 35 – stralciato, appunto, dalla legge di Stabilità – non comportasse costi aggiuntivi; la spesa sarebbe stata a carico delle regioni che avrebbero dovuto finanziare i progetti.
“Ad oggi, insomma – aggiunge Siragusa – non c’è una misura di garanzia verso questi lavoratori della scuola. Il Pd chiede che sia immediatamente rinnovato il ‘salvaprecari’ per la parte statale, quindi prevedendo una graduatoria unica per le chiamate dalle scuole e punteggio pieno per tutti come previsto dalla prima legge”.
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