Come scrive il portale d’informazione della provincia di Trapani tp24.it, nel corso di una riunione che ha avuto luogo nei giorni scorsi, i vertici del Partito Democratico siciliano avrebbero presentato una mozione per tutelare le centinaia di docenti assunti a tempo indeterminato in Sicilia che saranno costretti a lasciare l’isola per andare a lavorare nelle altre regioni d’Italia in ossequio alla L. 107/2015.
La netta posizione del PD è emersa nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato il vicepresidente del gruppo all’Ars Giovanni Panepinto, i componenti della commissione Formazione all’Ars Mariella Maggio, Antonella Milazzo e Filippo Panarello, la responsabile Scuola della segreteria regionale del PD Antonella Altamore e il responsabile Cultura Antonio Ferrante.
Dunque, lo stesso PD che a livello nazione ha concepito e partorito la 107, legge sulla cosiddetta “buona scuola” , ora cerca di correre ai ripari con azioni politiche territoriali che con ogni probabilità sortiranno effetti pressoché nulli. Nella riunione – scrive Tp24 – è stato deciso di presentare una mozione all’Ars, indirizzata al governo regionale. Sarà inoltre organizzato un incontro col sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, per discutere i diversi temi legati al riassetto del settore.
In particolare, nella mozione si impegna il governo della Regione:
– ad attivarsi, in sede di Conferenza Permanente Stato-Regioni, affinché vengano individuate le misure idonee a favorire il ricongiungimento dei nuclei familiari ed evitare lo smembramento di altre famiglie;
– ad assicurare l’attivazione del “Tempo-pieno” nella scuola Primaria e nella scuola dell’Infanzia , con particolare attenzione nelle zone a rischio e alle regioni del meridione; assicurare l’attivazione del tempo prolungato nella scuola Secondaria di Primo e di Secondo grado, con particolare attenzione nelle zone a rischio;
– ad attivarsi, sempre in sede di Conferenza Permanente Stato-Regioni, allo scopo di porre in essere adeguati interventi tesi alla stabilità in via definitiva per il personale docente che ha prestato servizio pluriennale presso le istituzioni scolastiche della Regione Sicilia;
– a intervenire, per quanto di competenza, per attivare una rimodulazione dell’organico, affinché risulti funzionale ai bisogni delle scuole dislocate sul territorio siciliano, riadeguando, laddove necessario, le cattedre di organico di diritto e i posti di potenziamento;
– ad intervenire, per quanto di competenza, per favorire l’utilizzo dei docenti che hanno maturato esperienza pluriennale nelle scuole siciliane, come quelli assunti nella fase C del piano straordinario di assunzione, e per coloro che da anni chiedono di rientrare nel proprio territorio e che attualmente prestano servizio in altre regioni, presso le sedi scolastiche siciliane, al fine di assicurare e garantire agli studenti la continuità educativo-didattica;
– ad intervenire per assicurare le indispensabili risorse previste dalla normativa per l’inclusione scolastica a favore degli alunni con disabilità a partire dal 1 settembre del nuovo anno scolastico (un numero di ore di sostegno per l’attività didattica, con personale docente specializzato, adeguato per ciascun caso e, laddove necessario, l’assegnazione all’alunno di personale per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione);
– ad intervenire per assicurare alle singole Istituzioni Scolastiche un adeguato contingente di personale ATA in tutti i settori (amministrativo e di collaborazione, al fine di garantire ad esse i livelli essenziali di igiene, vigilanza e funzionalità amministrativa)
– ad attivarsi mediante un piano di azioni concrete e strutturate al fine di ridurre in modo significativo le alte percentuali di dispersione scolastica.
“La riforma della ‘buona scuola’ ha segnato un punto di svolta, ha contribuito fortemente a dare un assetto stabile al mondo dell’istruzione e ha dato sicurezza lavorativa a migliaia di insegnanti precari, ma adesso servono alcuni accorgimenti: ci riferiamo in particolare alla necessità di equiparare i livelli dell’offerta formativa che deve essere equivalente da Nord a Sud, ed all’esigenza di non frammentare i nuceli familiari con trasferimenti che rischiano di sconvolgere la vita di migliaia di famiglie siciliane”. E’ la posizione enmersa nel corso di una riunione del Partito Democratico siciliano alla quale hanno partecipato il vicepresidente del gruppo all’Ars Giovanni Panepinto, i componenti della commissione Formazione all’Ars Mariella Maggio, Antonella Milazzo e Filippo Panarello, la resposnabile Scuola della segreteria regionale del PD Antonella Altamore e il resposnabile Cultura Antonio Ferrante.
Nel corso della riunione è stato deciso di presentare una mozione all’Ars, indirizzata al governo regionale. Sarà inoltre organizzato un incontro col sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, per discutere i diversi temi legati al riassetto del settore.
In particolare, nella mozione si impegna il governo della Regione:
– ad attivarsi, in sede di Conferenza Permanente Stato-Regioni, affinchè vengano individuate le misure idonee a favorire il ricongiungimento dei nuclei familiari ed evitare lo smembramento di altre famiglie;
– ad assicurare l’attivazione del “Tempo-pieno” nella scuola Primaria e nella scuola dell’Infanzia , con particolare attenzione nelle zone a rischio e alle regioni del meridione; assicurare l’attivazione del tempo prolungato nella scuola Secondaria di Primo e di Secondo grado, con particolare attenzione nelle zone a rischio;
– ad attivarsi, sempre in sede di Conferenza Permanente Stato-Regioni, allo scopo di porre in essere adeguati interventi tesi alla stabilità in via definitiva per il personale docente che ha prestato servizio pluriennale presso le istituzioni scolastiche della Regione Sicilia;
– a intervenire, per quanto di competenza, per attivare una rimodulazione dell’organico, affinché risulti funzionale ai bisogni delle scuole dislocate sul territorio siciliano, riadeguando, laddove necessario, le cattedre di organico di diritto e i posti di potenziamento;
– ad intervenire, per quanto di competenza, per favorire l’utilizzo dei docenti che hanno maturato esperienza pluriennale nelle scuole siciliane, come quelli assunti nella fase C del piano straordinario di assunzione, e per coloro che da anni chiedono di rientrare nel proprio territorio e che attualmente prestano servizio in altre regioni, presso le sedi scolastiche siciliane, al fine di assicurare e garantire agli studenti la continuità educativo-didattica;
– ad intervenire per assicurare le indispensabili risorse previste dalla normativa per l’inclusione scolastica a favore degli alunni con disabilità a partire dal 1 settembre del nuovo anno scolastico (un numero di ore di sostegno per l’attività didattica, con personale docente specializzato, adeguato per ciascun caso e, laddove necessario, l’assegnazione all’alunno di personale per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione);
– ad intervenire per assicurare alle singole Istituzioni Scolastiche un adeguato contingente di personale ATA in tutti i settori (amministrativo e di collaborazione, al fine di garantire ad esse i livelli essenziali di igiene, vigilanza e funzionalità amministrativa)
– ad attivarsi mediante un piano di azioni concrete e strutturate al fine di ridurre in modo significativo le alte percentuali di dispersione scolastica.
Il portale trapanese rende noto anche la posizione dell’ANCI: l’Anci Sicilia esprime la propria preoccupazione per gli effetti che deriveranno dalle modalità con le quali si stanno svolgendo le operazioni di definizione degli organici di ogni ordine e grado della scuola italiana. Sebbene non siano ancora noti i dati relativi all’individuazione delle sedi di titolarità di migliaia di insegnanti neoassunti con la cosiddetta ‘Buona Scuola’, c’è il forte rischio di vedere allontanare dalle regioni del Sud Italia un numero molto consistente di personale con competenze ed esperienze pluriennali maturate già sul territorio di origine”.
Lo dicono Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario dell’AnciSicilia, che aggiungono: “In Sicilia, circa settemila insegnanti, non più giovanissimi e legati alla propria terra sia dagli affetti familiari, sia dall’essere pienamente integrati al tessuto economico, sociale e culturale, riceveranno nei prossimi giorni una destinazione che, nella maggior parte dei casi, li costringerà a spostarsi nelle regioni del Centro-Nord. La nostra associazione, rispetto ad un tema sollevato anche dall’Osservatorio Diritti Scuola, è convinta della necessità di evitare che la nostra terra venga privata anche di questo preziosissimo capitale umano e teme fortemente le ripercussioni sull’equilibrio socio-economico della nostra isola: in un periodo di grave crisi, di impoverimento complessivo, con un entroterra che si sta già spopolando in assenza di valide alternative all’impiego pubblico, con un evidente calo demografico che colpisce tutti in territori, e in particolare le aree interne, l’allontanamento degli insegnanti comporterebbe un ulteriore aggravamento della situazione di crisi”.