Maggioranza degli insegnanti abulici, minoranza aggressiva, accuse di squadrismo lanciate all’indirizzo di professori, sono le offese dichiarate mezzo stampa dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Accuse lanciate a vanvera e probabilmente durante una prolungata crisi di nervi, da chi invece avrebbe il dovere istituzionale di difendere gli insegnanti.
Eppure queste offese, gratuite ed evitabili, sono state lucidamente pensate in un’intervista concordata, quasi a cercare lo scontro con tutti gli insegnanti italiani.
Ma nel caos è caduto anche tutto il partito democratico, che pare si sia diviso nel considerare giuste o sbagliate le incaute dichiarazioni di Stefania Giannini. Dopo Stefano Fassina, che ha definito sbagliato definire, da parte del responsabile del Miur, la maggioranza degli insegnanti abulica e la minoranza aggressiva, si sono aggiunte le dichiarazioni del presidente del partito democratico Orfini e del vice segretario dem Guerini, che hanno sostenuto : ”Sbagliato bollare dissenso su riforma scuola come squadrismo”.
Per essere precisi i due esponenti dem hanno inviato una nota in cui è scritto: “E’ sbagliato che si impedisca di parlare a chi presenta la riforma, così come è sbagliato bollare di squadrismo chi manifesta il proprio dissenso. La scuola è il cuore del cambiamento dell’Italia, evitiamo che diventi oggetto di scontri ideologici e sopra le righe. Con la Buona Scuola il governo ha costruito un percorso di ascolto lungo e approfondito che ha coinvolto migliaia di operatori scolastici, insegnanti, famiglie e studenti. Per la prima volta da molti anni siamo di fronte a un governo che, invece di tagliare, investe nella e sulla scuola risorse finanziarie molto significative, si torna ad assumere e si pone fine alle graduatorie, si valorizza il merito e la formazione degli insegnanti”.
Ma c’è anche chi come Davide Faraone difende il ministro Giannini, rincarando la dose sugli insegnanti squadristi. Quale sia la linea ufficiale del partito democratico è difficile comprenderlo, visto che si contraddicono e non risolvono comunque la conflittualità di dissenso. Per la verità la nota ufficiale irrita ancora di più gli insegnanti perché è ritenuta ricca di falsità e di ipocrisie politiche. Intanto il 5 maggio si avvicina e la protesta potrebbe assumere dimensioni inimmaginabili per lo stesso Partito Democratico.
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