Il disegno di legge di bilancio 2022 inizia il suo iter in Senato con un testo ufficiale e “bollinato” dalla ragioneria dello Stato. Il documento legislativo per la manovra di bilancio, composto di 219 articoli suddivisi in 16 capitoli, dopo oltre due settimane di confronto tra maggioranza e Governo viene formalmente assegnato alla quinta commissione (Bilancio) e da lunedì 15 novembre verrà discusso analiticamente.
Tra le misure per la scuola ricordiamo quelle dirette, come i fondi per gli asili nido e quelli per rinnovare l’organico Covid ma anche quelle che indirettamente influiscono sul mondo della scuola, come le misure pensionistiche (vedi Opzione donna su cui abbiamo più volte riferito).
Sugli asili nido interviene l’articolo 44 Livello essenziale della prestazione riferito ai servizi educativi per l’infanzia, che dispone, in particolare, un livello minimo di posti da garantire entro i servizi educativi per l’infanzia, equivalenti in termini di costo standard al servizio a tempo pieno dei nidi, in proporzione alla popolazione ricompresa nella fascia di età da 3 a 36 mesi, ed è fissato su base locale nel 33%, inclusivo del servizio privato.
Una misura che intende recuperare il gap tra il nord Italia e il sud, tendenzialmente carente sul fronte della disponibilità di posti. Obiettivo non solo di carattere educativo, ma anche di tipo occupazionale, laddove venga favorito il rientro al lavoro delle donne neo mamme.
Alla disabilità e all’inclusione in ambito scolastico sono dedicati diversi articoli della manovra.
Un’altra misura interessante sul fronte scolastico è la quota crescente di risorse (dai 30 milioni di euro per l’anno 2022 ai 120 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027) destinate al trasporto degli alunni disabili frequentanti la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado, nell’ambito dei livelli essenziali di prestazione (LEP).
Agli alunni viene potenziata la misura che prevede la figura dell’assistente all’autonomia e di quello alla comunicazione, finanziata con un Fondo denominato Fondo per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione per
gli alunni con disabilità, avente una dotazione di 100 milioni di euro a decorrere dal 2022.
Per gli anni 2022 e 2023 sono assegnati 50 milioni di euro per ciascun anno, per favorire l’inclusione a scuola degli alunni con disabilità. In particolare viene chiarito che gli interventi saranno destinati anche a iniziative specificamente rivolte alle persone con disturbo dello spettro autistico, laddove nell’intervento legislativo precedente si parlava genericamente di:
a) promozione e realizzazione di infrastrutture, anche digitali, per le politiche di inclusione delle persone con disabilità, anche destinate ad attività ludico-sportive; b) inclusione lavorativa e sportiva, nonché per il turismo accessibile per le persone con disabilita.
Una problematica, quella degli alunni con disabilità, che nelle scuole italiane presenta ancora criticità piuttosto gravi quali il numero elevato di alunni con disabilità in alcune classi di territori particolarmente svantaggiati. Un argomento affrontato anche dal nostro vice direttore Reginaldo Palermo.
Come abbiamo più volte riferito, la manovra di bilancio rinnova fino al
termine delle lezioni dell’anno scolastico 2021/2022 i contratti e le risorse destinate all’organico Covid ma solo in relazione agli insegnanti. Il personale Ata, con la fine di dicembre 2021 vedrà decadere il proprio contratto. Lo stabilisce l’articolo 107 Misure connesse all’emergenza epidemiologica nell’ambito scolastico.
La legge di bilancio ha una parvenza meritocratica in fatto di carriera docente, dato che prevede un fondo speciale a carattere premiale, mediante il quale si possano remunerare la dedizione all’insegnamento, l’impegno nella promozione della comunità scolastica, la cura nell’aggiornamento professionale continuo, la sperimentazione didattica. Lo si legge nell’articolo 108 Valorizzazione della professionalità dei docenti.
Insomma, un fondo per pochi e non per tutti, sembrerebbe dal documento di bilancio, ma non sorprenderebbe che queste risorse venissero trasferite, come in passato, sul capitolo spesa della retribuzione insegnanti, come ha spiegato sempre Reginaldo Palermo, così da giungere quell’aumento a tre cifre richiesto dalla classe docente. Insomma. Il fondo premiale potrebbe diventare un contributo a pioggia.
L’articolo 109 della manovra di bilancio prevede l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria nelle classi quarte e quinte (non più di due ore settimanali di insegnamento aggiuntive) mediante ricorso a docenti forniti di idoneo titolo di studio e la iscrizione nella correlata classe di concorso “Scienze motorie e sportive nella scuola primaria”.
Il documento chiarisce che l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione motoria è prevista per la classe quinta a partire dall’anno
scolastico 2022/2023 e per la classe quarta a partire dall’anno scolastico 2023/2024.
L’articolo 110 Incremento del FUN per il finanziamento delle retribuzioni di posizione di parte variabile dei dirigenti scolastici prevede un incremento delle risorse destinate ad adeguare la retribuzione dei dirigenti scolastici quanto alla sua parte variabile, legata alla posizione gravosa o ai risultati ottenuti.
Altre risorse sono destinate a garantire alle scuole la presenza di un adeguato organico in fatto di Dsga. Lo stabilisce l’articolo 111 Interventi in materia di attribuzione alle scuole di dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi.
Non ultima, per importanza, la misura relativa al dimensionamento delle classi, criticata di recente dalla ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
L’articolo 112 del disegno di legge di bilancio Misura per rafforzare il diritto allo studio in classi numerose stabilisce:
Al fine di favorire l’efficace fruizione del diritto all’istruzione anche da parte dei soggetti svantaggiati collocati in classi con numerosità prossima o superiore ai limiti previsti a normativa vigente, il Ministero dell’istruzione è autorizzato a istituire classi in deroga alle dimensioni previste dal decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81.
Una deroga (alla norma Gelmini) che può essere prevista nell’ambito di scuole caratterizzate da valori degli indici di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica preoccupanti.
Una misura in attuazione della quale il Ministero si impegna a dotare le scuole del necessario organico docenti aggiuntivo.
La critica di Lucia Azzolina si fonda sul fatto che la norma prevedrebbe solo una rimodulazione del numero attuale dei docenti (deroga alla norma Gelmini) ma senza nuove assunzioni. “Quindi se ci sarà un docente in più in Lombardia, ce ne sarà uno in meno in Sicilia. Un’operazione di maquillage,” la definisce la deputata Azzolina.
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