Anche se siamo in piena estate, la polemica sulla sperimentazione dei percorsi quadriennali prosegue senza sosta.
Su Facebook è l’argomento del giorno e le proposte si sprecano: c’è chi propone di presentare ricorso al TAR Lazio, chi suggerisce di convocare assemblee sindacali in tutte le scuole a partire da settembre e chi lancia l’idea della “obiezioni di coscienza” e invita i collegi dei docenti a non deliberare nulla.
Per ora, fra i sindacati rappresentativi si è sentita la voce della Flc Cgil e della Cisl Scuola; sono poi intervenuti USB e Unicobas, mentre per il resto non si sa con precisione quale posizione intendano assumere le altre organizzazioni.
Ma, se si sta ai fatti e agli atti di cui abbiamo conoscenza in questo momento possiamo prevedere che il decreto ministeriale non dovrebbe incontrare resistenze particolari.
Per capire la situazione basta mettere a confronto la bozza di decreto che la Ministra aveva inviato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, i rilievi del CSPI stesso e il testo definitivo del decreto.
Ci si accorgerà che quasi tutte le osservazioni svolte dal CSPI, dove la Flc-Cgil vanta una presenza massiccia e dove il presidente è Francesco Scrima, ex segretario nazionale della Cisl-Scuola, sono state accettate.
Per esempio al comma 2 dell’articolo 1 è stato eliminato il riferimento alla necessità di sperimentare percorsi quadriennali anche “per adeguarsi agli standard internazionali”; il 4° comma sempre dell’articolo 1 è stato cancellato e sostituito con il testo che – nella sostanza – riprende la propososta di modifica del CSPI (riguarda la garanzia del raggiungimento in 4 anni degli obiettivi di apprendimento).
E’ stata accolta la tesi del CSPI di non autorizzare ulteriori classi laddove l’esito della sperimentazione venga giudicato negativo dal Comitato Scientifico Nazionale previsto dall’articolo 9.
Il CSPI aveva anche chiesto di esplicitare che le scuole che intendono candidarsi per la sperimentazione devono acquisire la delibera degli organi collegiali e la proposta è stata inserita nel testo definitivo del decreto.
Nella bozza iniziale del provvedimento si parlava di organizzare le classi coinvolte nella sperimentazione anche mediante gruppi di livello degli studenti; il CSPI aveva bocciato questa ipotesi che nel testo finale è sparita per lasciare posto proprio alla proposta del Consiglio stesso: “articolazioni diverse del gruppo classe”.
C’è un punto sul quale però il Ministero è rimasto fermo sul testo iniziale ed è quello relativo al Comitato scientifico nazionale: il CSPI avrebbe voluto che i progetti delle scuole rispondere ad apposite linee guida del Comitato, ma il Ministero non ha accolto la proposta (è probabile che il Miur non abbia voluto limitare in qualche modo l’autonomia delle scuole).
Il decreto definitivo, insomma, sembra aver accolto buona parte delle proposte del massimo organo collegial della scuola.
Ma evidentemente la Flc-Cgil, che ha già detto che il provvedimento va ritirato, la pensa molto diversamente. Vedremo quale posizione assumeranno gli altri sindacati presenti nel Consiglio.
DM sperimentazione percorsi quadriennali
Parere CSPI
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