La pedagogia di Freinet presenta un sistema diverso, più capace, sostiene Enrico Bottero, di costruire una società solidale e cooperativa e di coinvolgere attivamente gli alunni nel percorso formativo, dando loro ben più responsabilità e opportunità di sviluppare autonomie e apprendimenti. Un modo ben diverso di rispondere alla sempre impegnativa sfida educativa. (VAI AL CORSO)
Philippe Meirieu, uno dei più grandi pedagogisti europei, ci ricorda del resto che il fare scuola è una situazione di per sé ricca di contraddizioni e di tensioni. Contraddizioni che non vanno intese come fallimenti da parte di chi insegna, bensì come il cuore stesso dell’insegnare.
Per esempio, abbiamo da una parte il principio di educabilità universale, secondo cui tutti possono e devono essere educati ma, nello stesso tempo, gli alunni possono opporre un sostanziale rifiuto rispetto a questo tentativo di violare il loro libero arbitrio e di farli essere ciò che non sono o non sono ancora, cioè il rifiuto di dover essere educati, soprattutto da estranei e in un sistema formale come la scuola. Allo stesso modo, c’è una evidente tensione fra i saperi che si vorrebbero trasmettere agli allievi e gli interessi effettivi di questi ultimi. E così via.
Tali tensioni non sono inciampi occasionali che il bravo docente sa ricomporre con le sue tecniche o con la sua capacità comunicativo-relazionale e di leadership più o meno suadente. Esse, potremmo dire, vanno “abitate” con intelligenza e “arte” pedagogica, non minimizzate, eluse o esorcizzate alla meglio.
In un certo senso, i sistemi pedagogici (come quello tradizionale, quello freinetiano o altri) non sono altro che direttrici (fatte di finalità, conoscenze e pratiche) per rispondere a quelle costitutive contraddizioni. La pedagogia di Freinet, ad esempio, propone un approccio cooperativo come risposta a queste tensioni strutturali, secondo il principio di base per cui si apprende meglio con gli altri piuttosto che da soli. Ancora più a monte, essa vede la cooperazione non solo come un metodo di apprendimento-insegnamento, ma soprattutto come un modo per imparare a vivere con e per gli altri in una società.
Su questi argomenti il corso Pedagogia cooperativa: le pratiche Freinet nella scuola, in programma dal 26 gennaio, a cura di Enrico Bottero.
Nella classe cooperativa ogni modalità di lavoro è regolata dalla presenza di un patto collettivo fondato su due fattori: 1. l’ambiente, cioè la creazione di una comunità al servizio di tutti e di ciascuno; 2. i materiali e le tecniche, cioè pratiche finalizzate e materiali messi a disposizione per realizzarle.
Le pratiche Freinet (le “tecniche”) sono “istituzioni” perché si realizzano all’interno di un progetto collettivo, sono formative perché permettono, attraverso il “fare”, di acquisire un sapere.
Le “istituzioni” per apprendere (testo libero, corrispondenza interscolastica, giornale, radio, matematica viva, situazioni problema, piano di lavoro, brevetti) si accompagnano a istituzioni più specifiche per imparare a vivere insieme in una collettività (la cooperativa/consiglio degli allievi, gli incarichi di responsabilità, il tutorato, i rituali).
Coniugando libertà e vincoli affinché tutti possano progredire, le tecniche Freinet costituiscono un vero e proprio sistema alternativo alla “forma scolastica”.
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