Il cinquantacinquesimo convegno di Scholé, promosso dall’Editrice La Scuola, consueto appuntamento che, da oltre mezzo secolo, in settembre, trasforma Brescia nella capitale dell’educazione, riparte dal mondo dell’infanzia.
Su questo, si concentreranno interventi e dibattiti che, nelle prossime giornate di giovedì e venerdì 15 e 16 settembre, vedranno riuniti presso il Centro “Mater Divinae Gratiae” pedagogisti e storici dell’educazione.
Almeno un centinaio le presenze annunciate e una dozzina gli interventi attesi, nel solco di una tradizione che ha elaborato proposte educative e metodi didattici tuttora punto di riferimento, ma da declinare alla luce delle più recenti acquisizioni (dalla pedagogia alla psicologia, dalla sociologia alle scienze neurologiche). Al centro il ruolo dei primi anni di vita nella costruzione della personalità e le prospettive dopo la “Buona Scuola”.
“Sulla rilevanza di questo momento dell’età evolutiva nuovi riconoscimenti giungono anche dall’economia, la quale già da tempo sottolinea come nella nostra società sia sempre più urgente garantire a tutti un’educazione prescolare di buona qualità, se si vuole concorrere a un’efficace crescita del Paese…”, spiega Luciano Pazzaglia, ordinario di storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche all’Università Cattolica e Segretario Generale di Scholé. Ricordando che da anni continuano da più parti sollecitazioni a incentivare i servizi prescolari e riconoscendo che “ In Italia, di tutti i segmenti educativo-scolastici quello della fascia di età zero-sei anni costituisce, senza dubbio, il segmento più apprezzato benché non esente da pecche”. Nei fatti, le statistiche indicano che la percentuale dei bambini accolti negli asili nido raggiunge l’11,7 %, ma con una forbice che oppone il 2,3 % della Calabria al 27,6 % dell’Emilia Romagna. La spiegazione? “…Se per un verso le strutture d’accoglienza non riescono a coprire per intero il fabbisogno tanto che nelle grandi città non infrequente è il fenomeno delle liste dei bambini in attesa di accedere al servizio, per altro verso numerose sono ancora le famiglie che, a causa dei costi degli asili nido comunali, rinunciano a inviarvi i propri figli. In Italia, una madre su due resta a casa per accudire alle prole. D’altra parte è inimmaginabile che, allo stato delle cose, i comuni possano intervenire per abbassare le tariffe: così spesso affidano il servizio a strutture private in regime di convenzione, con l’inevitabile conseguenza che, per sostenere le spese, queste, a loro volta, devono ridurre il ventaglio dell’offerta formativa”, continua Pazzaglia.
E aggiunge: “ Diversa è la situazione per i soggetti tra i 24 e i 36 mesi poiché, rispetto agli asili nido, le scuole dell’infanzia nel nostro Paese tendono, invece, a crescere. La ragione di questa diversa tendenza sta semplicemente nel fatto che le scuole pubbliche dell’infanzia non prevedono una tassa d’iscrizione. Ma anche per questo settore non si può affermare che esso goda di uno stato di salute ineccepibile, vi sono differenze dell’offerta formativa (fra statali, comunali e private), tra regione e regione, continuano a essere prive del carattere dell’obbligatorietà , lasciano fuori una sacca di non frequentanti compresi parecchi bambini figli di genitori stranieri”.
Di questi temi -ma non solo- si parlerà a Brescia non senza riferimenti agli effetti della riforma della “Buona Scuola” circa i servizi educativi della prima infanzia, Tre le sessioni del convegno. La prima (moderata da Egle Becchi) con Serge Tisseron e Pier Cesare Rivoltella – due studiosi dei nuovi media – – a illustrare i rischi e le opportunità di un bambino sempre più immerso nella società digitale, insieme ai quali interverranno Anna Maria Bondioli (psicopedagogia dell’infanzia) e Monica Amadini (i diritti dei bambini). Seguirà la seconda sessione (moderata da Olga Rossi Cassottana) dedicata a differenti modelli educativi ben sperimentati : con Paola Trabalzini, Andrea Bobbio, Nicola Barbieri.
Venerdì’ 16 si discuterà invece di aspetti politici e istituzionali. La sessione (moderata da Redi Sante di Pol), vedrà gli interventi di Susanna Mantovani, delle parlamentari Vanna Iori e Milena Santerini e del deputato al Parlamento europeo Luigi Morgano. Si tornerà sulla “Buona Scuola” per verificare come si stia attuando e come si stiano sciogliendo nodi relativi –ad esempio- alla definizione degli asili nido: in funzione di un semplice sostegno alle famiglie o di un vero progetto educativo? della scuola materna nei suoi rapporti con gli asili nido o anche con la scuola primaria?