L’espressione peer education si riferisce a quella proposta educativa attraverso la quale, in un gruppo, alcuni soggetti (peer educators) vengono scelti (e formati) per svolgere il ruolo di educatore nei confronti degli altri membri dai quali, però, sono percepiti come loro simili per età, condizione lavorativa, provenienza culturale e esperienze.
La peer education può essere applicata sia ai docenti che agli studenti.
Per gli insegnanti questa pratica intende condurre il docente ad affinare le proprie capacità di riflessione attraverso la pratica dell’osservazione del proprio operato in classe e il confronto con altri colleghi. L’azione riflessiva è vista come parte dell’educazione permanente degli insegnanti che dovrebbero continuare lungo il corso della propria carriera a sperimentare metodologie e risorse per collegare teoria e pratica di insegnamento.
La finalità principale di questa risorsa è quella di fornire ai docenti gli strumenti per sviluppare – nel contesto in cui operano – progetti di osservazione e riflessione, allo scopo di esplorare se stessi e acquisire consapevolezza del valore delle proprie scelte didattiche. Osservare per arrivare a conoscere il valore di ciò che viene svolto quotidianamente come parte di una routine professionale nella quale è necessario tuttavia introdurre (con cognizione) cambiamenti. Obiettivi di apprendimento:
Per quanto riguarda gli studenti questo sistema di trasmissione delle conoscenze ha diversi vantaggi, sia per i peer (chiamati ad aiutare e a supportare i coetanei durante i laboratori o le attività di gruppo organizzate dagli educatori in qualità di facilitatori ), sia per i coetanei. Migliora l’autostima dei peer, li mette alla prova, migliora le loro abilità relazionali e di comunicazione.
I coetanei apprendono i concetti più facilmente, in un ambiente di lavoro in cui si sentono a proprio agio, senza voti o giudizi, sviluppando anch’essi competenze e risorse.
La peer education, inoltre, proprio perché favorisce rispetto reciproco, fiducia e cooperazione tra pari, è da considerarsi anche un sistema di prevenzione verso fenomeni negativi, come il bullismo.
Il principio di similarità, infine, permette specialmente agli adolescenti di affrontare argomenti e temi che difficilmente si discutono con gli adulti, come l’amicizia, l’amore, la sessualità, la diversità.
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