Che differenza c’è tra profilo funzionale e profilo dinamico funzionale? Che cosa si intende esattamente per diagnosi funzionale e a cosa serve?
A chiarire i dubbi, nell’appuntamento della Tecnica della Scuola Live, sono stati i nostri esperti, il dirigente Salvatore Impellizzeri e l’insegnante Katia Perdichizzi.
Diagnosi funzionale
La diagnosi funzionale è la prima fase di lavoro sull’inclusione, che fa sì che un alunno con disabilità possa essere preso in carico, in termini di risorse, da un docente di sostegno.
Profilo dinamico funzionale
Il profilo dinamico funzionale è lo step successivo, contiene le caratteristiche della situazione attuale e le previsioni di evoluzione dal punto di vista del funzionamento. Si tratta di quel documento che si aggiorna al passaggio da un grado di scuola all’altro.
Profilo di funzionamento
Il profilo di funzionamento è il macro contenitore che conterrà la diagnosi funzionale e il profilo dinamico funzionale, sempre su base Icf, il sistema di classificazione orientato alle funzionalità. Il consiglio per i docenti è quello di lavorare in classe e osservare l’alunno sulla base del sistema di classificazione Icf.
La scadenza di ottobre
I tempi sono stretti, ci ricorda il dirigente Impellizzeri. Per quanto la scadenza di fine ottobre non sia perentoria ma consenta un margine di flessibilità (fino, circa, ai primi giorni di novembre), tuttavia l’esigenza di completare il Pei in tempo utile ci lascia pensare che sia più produttivo adattare il modello su cui ha lavorato la scuola sino ad oggi, facendo attenzione a non incorrere in quegli aspetti discutibili del modello ministeriale indicati dal Tar. Insomma il cosiddetto nuovo modello del Pei (quello precedente alla sentenza del Tar) può ancora essere un punto di riferimento da cui partire.
Il corso
Su questi argomenti il corso Il Pei per una scuola inclusiva, in programma dal 4 OTTOBRE.