Home Archivio storico 1998-2013 Attività parlamentare Peluffo, per Stati Uniti d’Europa serve il multilinguismo

Peluffo, per Stati Uniti d’Europa serve il multilinguismo

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L’Italia nei prossimi 30 anni riuscirà a crescere ”se ricominceremo tutti a studiare e a dare impulso alla qualità del capitale umano, a partire dal necessario multilinguismo”. ”Senza almeno un quadrilinguismo – ha detto Peluffo – non ci sarà la cittadinanza e si avranno moltissime difficoltà per gli Stati Uniti d’Europa”.
Dello stesso avviso anche il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, che ha evidenziato come, proprio sull’unificazione linguistica, l’Europa sia ”in un ritardo notevole”. Il vero handicap per le nuove generazioni in Italia, ha sottolineato il sottosegretario, ”è che la diffusione dell’inglese è meno intensa che, per esempio, nel nord Europa. Questo è un problema urgente da affrontare per il nostro paese”.
Sembra quasi, leggendo quanto dice il sottosegretario Polillo che la colpa di questa diffusa ignoranza sia ancora una volta da addebitare alla inefficienza di chi ogni giorno, i docenti, solca i mari agitati dell’istruzione.
Tuttavia, vorremmo precisare pure, che con il riordino dell’ex ministro Gelmini sono venute a mancare ore preziose di lingua straniera non solo negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado a indirizzo turistico, ma anche nelle secondaria di primo grado, dove il bilinguismo, altro che quadrilinguismo, è stato pressoché soppresso per mancanza di fondi e per la nomina di un altro insegnante nella stessa classe.
E non solo, ma ricordiamo pure che nella primaria l’insegnamento dell’inglese è affidato allo stesso maestro unico, preparato alla meglio con qualche centinaio di ore per consentirgli di “sparare” qualche frasetta.
E non solo ancora, diciamo a Polillo e a Peluffo, che l’insegnante di madrelingua straniera, che ha supportato da decenni il docente titolare, è scomparsa da tutti gli ordini di scuole, tranne nei licei linguistici, travolta dalla slavina permalosamente scandalosa dei tagli. Per cui parlare, spargendo buoni propositi sui campi pochi informati di chi non opera nella scuola, dà il segno dell’estremo pressapochismo di cui la politica si serve per seminare progetti lontani dalla realtà, scordando le mazzate della spendig review e della legge di stabilità.