Sono quasi 31.000 i pensionamenti del personale scolastico previsti per il prossimo 1° settembre. Il numero, fornito dal Ministero ai sindacati, non comprende i Dirigenti Scolastici, per i quali si attende la scadenza del termine per la presentazione delle domande, fissato dal contratto al 28 febbraio. In dettaglio, secondo una elaborazione di Cisl Scuola, dovrebbero lasciare il servizio 21.322 docenti, 9.154 unità di personale ATA, 459 docenti di religione e 57 educatori.
Il ministero, nel fornire i dati alle organizzazioni sindacali, ha precisato che i numeri non tengono conto delle verifiche in corso da parte dell’INPS circa la sussistenza, per ciascuno degli interessati, dei requisiti di accesso alla pensione.
Da tenere presente, infine, che altre cessazioni potranno aversi per effetto delle novità che la legge di bilancio per il 2024 ha introdotto riguardo ad alcune tipologie di pensionamento (opzione donna, quota 103, Ape sociale), per le quali è prevista a breve una riapertura dei termini di presentazione delle domande.
Come abbiamo scritto, saranno disponibili fino al 28 febbraio le funzioni per le dimissioni dal servizio secondo le regole previste dall’art.1 commi 136, 138, 139 della Legge di Bilancio per il 2024.
Ne dà notizia la FLC CGIL, a seguito dell’incontro del 9 febbraio per l’informativa sulla circolare, di imminente pubblicazione, con le indicazioni operative per accedere al trattamento di pensione anticipata.
Non è invece ancora nota la data di apertura delle funzioni, che comunque dovrebbe avvenire a breve.
Lo stesso sindacato riepiloga i requisiti necessari per presentare domanda.
Ne possono beneficiare le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2023 abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 61 anni, ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni e al ricorrere di una delle seguenti condizioni: assistenza ex articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104, oppure riduzione capacità lavorativa con invalidità civile pari o superiore al 74%.
Hanno la possibilità di presentare le dimissioni dal servizio per accedere alla pensione anticipata le/i lavoratrici/ori al compimento di un’età anagrafica di 62 anni da coniugarsi con un’anzianità contributiva di almeno 41 anni, entro il 31 dicembre 2024. La norma prevede, altresì, che per coloro che maturano i requisiti nell’anno 2024 l’assegno pensionistico sia determinato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo e in misura non superiore a quattro volte il trattamento minimo sino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni per il biennio 2024/2025). Solo una volta raggiunto tale requisito, verrà messo in pagamento l’intero importo della pensione.
In entrambi i casi, contestualmente alla presentazione dell’istanza, gli interessati esprimono la volontà di interrompere/non interrompere il rapporto d’impiego, nel caso in cui venga accertata la mancata maturazione dei requisiti.
E’ previsto innalzamento dell’età anagrafica minima a 63 anni e 5 mesi e sono confermate le condizioni per l’accesso a tale beneficio nei confronti dei lavoratori dipendenti che svolgono attività c.d. gravose (per il settore scuola docenti di scuola dell’infanzia e primaria). Coloro che posseggono i requisiti entro il 31 dicembre 2023 potranno presentare istanza cartacea di dimissioni entro il 31 agosto 2024. La circolare precisa che le lavoratrici che hanno precedentemente presentato domanda di cessazione per opzione donna con esito positivo circa la verifica del diritto a pensione, e che presenteranno anche la domanda per l’accesso all’APE sociale esclusivamente entro e non oltre il 31 marzo 2024 (cosiddetto 1° scrutinio 2024) potranno – dopo aver ricevuto dall’Inps il riconoscimento del diritto – comunicare tempestivamente alla competente struttura territoriale dell’INPS la rinuncia alla domanda di pensionamento opzione donna eventualmente già presentata.
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