Molti sono i docenti che stanno pensando seriamente di lasciare la scuola e andare in pensione. Esiste ancora la possibilità, per l’ultima volta, di andare in pensione con quota 100, ovvero 62 anni di età e 38 di contributi.
Andare in pensione dalla scuola con la famosa quota 100 sarà ancora possibile per questo ultimo anno scolastico 2020/2021. In buona sostanza i lavoratori del comparto scuola potranno accedere alla pensione con quota 100, a partire dal 1° settembre 2021, se compiranno 62 anni di età entro il 31 dicembre 2021 e contemporaneamente avranno computati almeno 38 anni di contributi. Nella legge di bilancio 2021 sono previsti i fondi per consentire il pensionamento con quota 100, ma è giusto sottolineare che questa modalità non sarà più attuata in futuro e, se non si interviene con una riforma pensionistica alternativa, si torna alla formula imposta con la legge Fornero.
Un docente che compie 67 entro il 31 agosto 2021 ed ha almeno 20 anni di contributi maturati, andrà in pensione di vecchiaia imposta d’ufficio. Se invece il docente, ma questo vale per tutti i lavoratori del comparto scuola che abbiano almeno 20 anni di contributi maturati, dovesse compiere i 67 entro il 31 dicembre 2021, allora potrà andare in pensione di vecchiaia ma a con espressa domanda dell’interessato, altrimenti resta in servizio un altro anno scolastico. Per i docenti o il personale Ata che pur avendo compiuto i 67 anni, non avessero raggiunto i 20 anni di contributi, è consentito restare in servizio fino al raggiungimento dei 20 anni di contributi ma al massimo fino a 71 anni di età.
Il docente che dovesse raggiungere i 42 anni di servizio e 10 mesi se è mascio oppure i 41 anni e 10 mesi se è donna, con età inferiore ai 65 snni di età, potrebbe richiedere il pensionamento anticipato a domanda, mentre, con la stessa anzianità di servizio, se ha compiuto i 65 anni di età entro il 31 agosto 2021, allora scaterebbe la pensione anticipata d’ufficio.
Esiste anche la possibilità, introdotta dalla legge Fornero per andare in pensione come lavoratore precoce con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. I lavoratori precoci che potrebbero andare in pensione dal 1° settembre 2021, sono coloro che nel 1979 avevano almeno 18 anni di età e avevano già 12 mesi di contributi versati e al 31 agosto 2021 hanno maturato 41 anni di contributi.
C’è anche la poco conveniente modalità di pensionamento, che vale solo per il genere femminile, “opzione donna” che dovrebbe essere confermata dalla legge di bilancio anche per l’anno 2021. Le donne con almeno 58 anni di età e 35 di contributi calcolati al 31 dicembre 2020, potranno andare in pensione con il meccanismo esclusivamente contributivo rinunciano ai periodi calcolati con il più conveniente retributivo.
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