Monta la rabbia tra i tanti pensionati della scuola, docenti e Ata, che hanno lasciato il servizio tra il 2016 e il 2021 e hanno scoperto di non avere mai ricevuto aumenti di stipendio, arretrati e ricalcolo della pensione: delle somme, anche importanti, che a seguito dell’approvazione dei nuovi contratti (2016/18 e 2019/21) dovevano essere loro corrisposte in modo proporzionale, considerando l’entrata in vigore dei contratti fino al pensionamento dell’insegnante o Ata. Nel primo caso, per coloro che hanno terminato di lavorare nel 2016 e 2017, essendo passati ben sei-sette anni, gli importi sono addirittura finiti nel dimenticatoio.
Per fare il punto della situazione, La Tecnica della Scuola ha intervistato l’esperto in materia Francesco Sciandrone, responsabile Pensioni e Previdenza della Uil Scuola Rua, che ha consigliato i pensionati diretti interessati di rivolgersi direttamente all’ultima scuola dove hanno prestato servizio prima di lasciare.
Adesso, la nostra testata giornalistica è in grado di mettere a disposizione il modello da inviare alle scuole (predisposto dalla Uil Scuola Rua) per rivendicare le somme mai ricevute.
Il primo modello riguarda coloro che sono andati in pensione negli anni 2016 e 2017 e non hanno ricevuto (per intero o in parte) aumenti di stipendio, arretrati e ricalcolo della pensione.
Il secondo modello è rivolto ai docenti e Ata che hanno lasciato il lavoro nella scuola nel 2019, 2020 e 2021, e non hanno ricevuto totalmente o in parte aumenti di stipendio, arretrati e ricalcolo dell’assegno di quiescenza.
“Il modello – spiega Francesco Sciandrone – va indirizzato al dirigente scolastico dell’ultima scuola di servizio, va completato nelle parti mancanti e va specificata quale causa di pensionamento è stata adottato”.
“La prima parte che ogni pensionato dovrà completare riguarda i raggiunti limiti di età (67 anni); la seconda se la pensione è stata anticipata (41 anni e 10 mesi per le donne e 42 e 10 mesi per gli uomini); la terza opzione è sull’eventuale adesione a Quota 100 (62 anni di età e 38 di contribuzione); la quarta, infine, la possibile opzione prescelta relativa a Quota 102 (64 anni di età e 38 di contribuzione). Inoltre, va inserita la data di presentazione della domanda e la firma”.
“Sarebbe anche meglio – conclude il sindacalista della Uil Scuola Rua – che il pensionato invii il modello all’ultima scuola dove ha prestato servizio tramite una Pec, poiché equivale ad un documento ufficiale recepito dall’istituzione scolastica”.
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