In pensione si va più molto più tardi, attorno ai 66 anni, mentre fino al 2011 si lasciava poco dopo i 60: inoltre, oggi due pensionati su tre percepiscono un assegno modesto.
Il 63,1%, ossia 11,3 milioni di pensionati, prendono meno di 750 euro al mese. Percentuale che sale al 76,5% per le donne.
A dirlo sono le tabelle Inps dell’Osservatorio sulle pensioni, aggiornate a gennaio 2017, che però non includono le gestioni dei dipendenti pubblici ed ex Enpals (che saranno aggiornati a maggio): i numeri indicano inoltre che nel 2016 sono state liquidate poco più di un milione di nuove pensioni, delle quali oltre la metà (53,2%) di natura assistenziale, per un importo totale pari a 9,4 miliardi di euro.
L’importo complessivo annuo delle prestazioni erogate è invece pari a 197,4 miliardi di euro. L’Inps segnala anche che da tre anni il rapporto tra spesa pensionistica e Pil cala, arrivando all’attuale 11,3% (dal 2004 al 2014 si è registrato un andamento crescente, andato dal 9,5% all’11,8%).
Nel complesso, il numero delle pensioni è in discesa: negli ultimi cinque anni, infatti, è diminuito del 2,7%.
A partire dal 2013 si assiste, conferma l’Inps, “ad una inversione di tendenza”: mentre da gennaio 2004 a gennaio 2012 il numero delle prestazioni pensionistiche è aumentato mediamente dello 0,7% annuo per un complessivo 6,1%, negli ultimi cinque anni è iniziato a decrescere mediamente dello 0,6% annuo, con un calo complessivo, appunto, del 2,7%.
È l’effetto dell’aumento dell’età pensionabile e della stretta sui requisiti per l’accesso alla pensione anticipata, introdotti dalla legge Fornero, spiega l’Ansa.
{loadposition carta-docente}
Su questo fronte, infatti, nel 2016 sono state liquidate ai lavoratori del settore privato 84.988 pensioni di anzianità/anticipate rispetto all’età di vecchiaia, con un calo del 46,4% rispetto al 2015 (quando erano state 158.589).
Dal 2016 per uscire dal lavoro prima dell’età di vecchiaia sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Tornando al quadro complessivo, all’inizio dell’anno le pensioni vigenti risultano per l’esattezza 18.029.590, di cui 14.114.464 di natura previdenziale, derivanti cioè da un effettivo versamento di contributi, mentre il resto è costituito dalle prestazioni di natura assistenziale, ossia invalidità civile, pensioni sociali e assegni sociali, erogate a chi si trova in una situazione di invalidità o di basso reddito.
Guardando agli importi, se in totale sono 11.374.619 le pensioni con sotto i 750 euro, di queste solo il 44,9% (5.106.486) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile. L’età media dei pensionati è di 73,7 anni, con una differenza tra i due generi di 4,6 anni (75,7 anni per le donne e 71,1 anni per gli uomini).