Ha destato indignazione la morte di Antonio Stano, il pensionato di Manduria, ucciso dopo le numerose angherie perpetrate da una baby gang.
Durissime le parole di Pamela Massari, maestra nella scuola elementare della cittadina pugliese dove più di uno dei 14 indagati per l’omicidio del pensionato ha studiato: “Per carità la noia. Se ci fossero un cinema e un teatro a Manduria non esisterebbero le baby gang? Qui il problema è uno, ma costa ammetterlo: questi ragazzini vivono in un contesto di impunità fin da piccoli grazie a genitori pronti a difenderli sempre e comunque, pur davanti a evidenze vergognose”.
“Accusare una comunità è azzardato – continua l’insegnante – piuttosto concentriamoci su questi ragazzini sempre più sfrontati. Potrei elencare decine di episodi di cui sono stata protagonista io ma anche tanti miei colleghi, atteggiamenti genitoriali che hanno mortificato e tarpato la mia attitudine professionale. Mamme e papà che si sentono in diritto di inveirti contro perché hai osato rimproverare l’alunno. Le storie che ogni tanto si sentono sono vere: e passare dalla passione per l’insegnamento al lassismo da parte dell’istituzione scolastica per una sensazione di impotenza è purtroppo tutt’altro che difficile”.
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