Il Governo sembra davvero avere intenzione di mettere mano alla legge Fornero: lunedì 13 gennaio, la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo (M5S), ha fatto sapere che “una delle priorità massime” è dare all’Italia un sistema pensionistico più equo e flessibile; per questo motivo ha deciso di convocare tra una settimana, “i sindacati lunedì 27 gennaio al ministero del Lavoro”.
L’intenzione è quella, dice la ministra, “di riprendere il confronto sulla riforma delle pensioni. L’obiettivo è superare la legge Fornero, come lo decideremo sulla base dei dati e di uno studio concreto e reale. Con la legge di Bilancio abbiamo istituito due commissioni, una sui lavori gravosi (I docenti sperano di essere inclusi ndr) ed una sulla separazione tra previdenza ed assistenza, che insieme a quella di esperti a livello nazionale – che nominerò entro fine mese – accompagneranno questo processo”.
“Cosa andremo a fare? Lo decideremo sulla base dei dati, di uno studio concreto e di un reale confronto”, ha risposto nella stessa giornata a Rai Radio 1, confermando l’obiettivo che è quello di “superare la legge Fornero e dare più flessibilità in uscita“.
Nel corso dell’incontro con i sindacati, probabilmente si parlerà anche della cosiddetta ‘Quota 102’, che l’Esecutivo avrebbe intenzione di introdurre a partire dal 2022, con “uscita” a 64 anni e ricalcolo per tutti contributivo (quindi con taglio ulteriore dell’assegno pensionistico).
Tale proposta, tuttavia, è già stata bocciata dei sindacati, i quali vorrebbero comunque mantenere la possibilità di permettere l’anticipo pensionistico a 62 anni, come avviene oggi attraverso ‘Quota 100’.
La esso di partenza dei rappresentanti dei lavoratori e quella di confermare l’attuale anticipo pensionistico, con 38 anni di contributi e 62 anni almeno di età anagrafica, a cui dovrebbero avere accesso tutti coloro che hanno possibilità di farsi valere almeno due decenni contributivi.
Solo che si tratta di un sistema di anticipo pensionistico transitorio, introdotto dal governo M5S-Lega con la legge di bilancio 2019, che andrà a morire a fine 2021.
A bocciare tale possibilità, la conferma di ‘Quoa 100’, è stata direttamente l’ex ministra del Lavoro Elsa Fornero: l’uscita a 62 anni con 20 di contributi è un “esercizio di irresponsabilità“, ha detto l’economista esperta di previdenza che durante il governo Monti fu la promotrice della riforma che innalzò per tutti, uomini e donne, l’età di accesso alla pensione di vecchiaia a 67 anni, introdusse il contributivo pro rata per tutti e diede una forte stretta al pensionamento anticipato.
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