Tra il 2017 e il 2018 saranno complessivamente circa 53mila i lavoratori riusciti ad anticipare l’uscita dal lavoro per anzianità prima dei 67 anni, l’obbligo previsto dal 1° gennaio 2019, perché occupati in professioni usuranti, gravose oppure perché precoci, per cumulo e per aver usufruito dell’Ape social. A dirlo è stato Stefano Patriarca, del team economico di palazzo Chigi, nel corso di un seminario Cisl, svolto la mattina del 18 dicembre.
Annunciando le stime prodotte dal nucleo tecnico per la politica economica della presidenza del Consiglio, Patriarca ha detto che “i provvedimenti assunti dal Governo con le manovre degli ultimi due anni – ha detto – permetteranno a 53 mila persone di avere una pensione o un’indennità anticipate dai 5 mesi ai 3 anni”.
Entrando nello specifico, si tratta di 4 mila lavoratori appartenenti alle categorie degli usuranti (in tutto 11 profili, da chi lavora davanti agli altiforni ai minatori); di 15 mila rientranti nei mestieri gravosi (15 attività, dai braccianti alle maestre d’asilo); di 13 mila precoci (che hanno iniziato i versamenti prima dei 19 anni); di 8 mila che anticipano grazie al cumulo non oneroso dei contributi; e altre 13 mila persone che beneficiano dell’Ape social.
Per la scuola, quindi, solo qualche migliaia di maestre dell’infanzia hanno fruito del beneficio. Considerando i due anni legati ai figli (un anno per eventuale figlio grazie alla Legge di Stabilità 2018) e i tre anni e sette mesi di Ape Social, nel 2018 lo “scivolo” sarà tutt’altro che figurativo, perché supererà potenzialmente i cinque anni e mezzo.
Inizialmente, ad uscire in anticipo dal lavoro sarebbero dovuti essere molti meno lavoratori. Grazie all’allargamento ad altre quattro occupazioni logoranti, si è incrementato di quasi 20 mila unità la platea dei beneficiari delle agevolazioni previste per i lavoratori cosiddetti “precoci” e per quanti potranno accedere all’Anticipo pensionistico social: da 31.000 mila pensionamenti, si passerà a 50.800 possibili beneficiari, con un ampliamento del 64% (pari +19.800).
L’ampliamento consentito dall’emendamento del governo produrrà un allargamento maggiore per l’Ape (+84% rispetto al +43% dei precoci). Guardando al 2017 “rispetto alle previsioni le domande che potranno essere accolte, per precoci e Ape social, sono il 70%”, spiega Patriarca, ovvero 38.400 su 54.500. In particolare, si tratta del 64% per l’Ape (22.000 su 34.500) e dell’82% per i precoci (16.400 su 20.000 inizialmente programmate).
Intanto, arrivano notizie quasi ufficiali sulla prima tranche dell’anticipo pensionistico social: sarà liquidata entro la fine dell’anno. A dirlo è stato il consigliere economico di palazzo Chigi, Marco Leonardi, in occasione dello stesso seminario alla Cisl. Per dicembre “saranno pagate due terzi delle domande di Ape Social fatte entro metà luglio”.
“L’Anticipo pensionistico volontario dovrebbe partire a inizio anno, a gennaio: in settimana firmiamo gli ultimi accordi” con le banche, ha precisato Leonardi.
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