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Pensione di reversibilità al coniuge superstite anche se divorziato o separato

Una lettrice ci chiede se ha diritto alla pensione di reversibilità anche se divorziata con l’ex marito da poco deceduto. Proviamo a rispondere in base a quanto riporta l’Inps.

Pensione di reversibilità: cos’è

La pensione di reversibilità è un diritto per i superstiti di lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi deceduti, che abbiano versato della contribuzione o siano titolari di pensione erogata dall’Inps.

Prima di tutto è bene chiarire che la pensione ai superstiti decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso dell’assicurato o del pensionato. Quindi, se il decesso è avvenuto nel mese di giugno, la pensione ai superstiti scatterà a partire dal 1° luglio.

E’ bene distinguere, però, fra:

– pensione indiretta, cioè quando il deceduto possedeva un’assicurazione e non titolare di pensione. E’ da sottolineare che i superstiti del titolare di assegno ordinario di invalidità vengono considerati superstiti di assicurato, non essendo l’assegno reversibile;

– pensione di reversibilità, se il deceduto era titolare di una pensione diretta, cioè di vecchiaia, anzianità ora anticipata, inabilità e invalidità.

Assegno di reversibilità per il coniuge

Ed ecco la risposta per la lettrice. Ha diritto all’erogazione della pensione il coniuge superstite.

  • se è separato consensualmente, la pensione ai superstiti può essere concessa in ogni caso.
  • Se è separato con addebito (per colpa), la pensione può essere concessa solo se il richiedente è titolare di assegno alimentare stabilito dal tribunale;
  • Se è divorziato, può ottenere la pensione solo se è titolare di assegno di divorzio, non ha contratto nuove nozze e vi sia contribuzione, versata a favore del deceduto, prima della sentenza di divorzio.

Pertanto, solo in questi casi, il coniuge superstite nel caso di decesso dell’ex marito defunto, potrà beneficiare dell’assegno di reversibilità.

Bisogna anche ricordare che il coniuge che passa a nuove nozze perde il diritto alla pensione ai superstiti, ma ha diritto a un assegno una-tantum pari a due annualità (articolo 3, decreto legislativo 18 gennaio 1945, n. 39) della quota di pensione in pagamento, compresa la tredicesima mensilità, nella misura spettante alla data del nuovo matrimonio.

Se il deceduto dopo il divorzio si è risposato, il compito di dividere il trattamento di reversibilità tra coniuge superstite e coniuge divorziato compete al tribunale.
Sarà l’Inps a procedere alla ripartizione della prestazione tra gli aventi diritto, che abbiano presentato domanda intesa a ottenere la pensione indiretta o di reversibilità, sulla base di quanto stabilito dal giudice, a decorrere dal primo giorno del mese successivo a quello della notifica del provvedimento con il quale il tribunale ha attribuito una quota di pensione al coniuge divorziato.

Con l’entrata in vigore della legge del 20 maggio 2016, n. 76, a decorrere dal 5 giugno 2016, il diritto alla pensione ai superstiti è riconosciuta anche in favore del componente superstite dell’unione civile.

Assegno di reversibilità ai figli del defunto

Oltre al coniuge superstite, è bene ricordare che hanno diritto all’erogazione della pensione anche i figli che, alla data del decesso, siano:

  • minorenni, fino all’età di 18 anni;
  • inabili, di qualunque età, che alla data di morte del lavoratore e/o pensionato siano a carico del medesimo;
  • studenti, fino a 21 anni di età, che alla data di morte del lavoratore e/o pensionato siano a carico del medesimo e che non prestino attività lavorativa;
  • universitari, fino all’età di 26 anni e comunque non oltre il corso legale di laurea, che alla data di morte del lavoratore e/o pensionato siano a carico del medesimo e che non prestino attività lavorativa.

Ai fini dei requisiti appena indicati, nella nozione di “figli” rientrano quelli nati nel matrimonio o meno, adottati, affiliati, legalmente riconosciuti o giudizialmente dichiarati, nati da precedente matrimonio del deceduto.
Ne hanno diritto anche i figli nati postumi, entro il trecentesimo giorno dalla data del decesso del genitore.

Sono considerati a carico del deceduto i figli:

  • maggiorenni studenti in possesso di un reddito annuo non superiore al trattamento minimo maggiorato del 30%;
  • maggiorenni inabili in possesso di un reddito annuo non superiore a quello previsto per la pensione agli invalidi civili totali;
  • maggiorenni inabili, titolari di assegno di accompagnamento, in possesso di un reddito annuo non superiore a quello previsto per la pensione agli invalidi civili totali maggiorato dell’ importo dell’indennità.

Altri beneficiari come i figli

Infine, ne hanno diritto i nipoti minori, equiparati ai figli, conviventi – purché non titolari di pensione o di altri redditi tali da determinare un’autosufficienza economica – a totale carico del deceduto che provvedeva al mantenimento.

In mancanza del coniuge, dei figli e dei nipoti, la pensione può essere erogata ai genitori ultrasessantacinquenni, non pensionati che risultano alla data di morte del lavoratore e/o pensionato a carico del medesimo.

In mancanza del coniuge, dei figli, dei nipoti e dei genitori, la pensione può essere erogata ai fratelli celibi o alle sorelle nubili se inabili, non pensionati che risultano alla data di morte del lavoratore e/o pensionato a carico del medesimo.

Le quote di pensione spettanti ai superstiti

Coniuge e figli Percentuale
coniuge senza figli 60%
coniuge con un figlio 80%
coniuge con due o più figli 100%

 

Come ottenere l’assegno

Come riporta il sito Inps, per ottenere l’assegno di reversibilità è’ necessaria la domanda di pensione.

La domanda, può essere presentata agli Uffici centrali o periferici dell’Ente, sia direttamente sia tramite Patronato, ovvero on line collegandosi direttamente al sito. Alla domanda deve essere allegata la seguente documentazione:

  • certificato di morte (autocertificazione)
  • certificato di matrimonio (autocertificazione)
  • stato di famiglia alla data del decesso (autocertificazione)
  • dichiarazione di non avvenuta pronuncia di sentenza di separazione con addebito e di non avvenuto nuovo matrimonio
  • dichiarazione sul diritto alle detrazioni d’imposta
  • dichiarazione reddituale
  • modalità di pagamento

Assegno ridotto se ci sono altri redditi

Tuttavia, è bene ricordare che in base ai redditi posseduti la pensione viene ridotta. Tale disposizione di trova nella legge 335/1995 che prevede appunto la riduzione della pensione in presenza di altri redditi. Questo vale anche se il superstite ha un reddito diverso da quello di lavoro (pensione, fabbricati e così via).

Questo vale anche se il superstite ha un reddito diverso da quello di lavoro(pensione, fabbricati e così via).
Sia all’atto della domanda di pensione che negli anni successivi deve essere presentata una dichiarazione reddituale attestante i redditi percepiti, al fine di determinare l’esatta misura della riduzione da operare sulla pensione.

Fabrizio De Angelis

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