La pensione anticipata attraverso quota 100, anche se sarebbe più corretto chiamarla quota 38 (anni di contributi), non è affatto archiviata: arriverà comunque per la fine dell’anno, nei giorni a ridosso di Natale, con la parte finanziaria del “pacchetto” che rimane dentro la manovra economica e l’altra, quella normativa, introdotta con un decreto legge a parte.
Il 2 novembre, il vicepremier Luigi Di Maio ha assicurato che il decreto conterrà pure la riforma dei centri d’impiego e le procedure di accesso (platea e modalità) per l’assegnazione del reddito di cittadinanza.
Il beneficio dovrebbe scattare dal prossimo mese marzo. L’assegno dovrebbe essere legato all’Isee e decurtato per che è intestatario della prima casa. Agli imprenditori che assumeranno chi incassa il sussidio potrebbe andare uno sconto di 2.340 euro.
“Il reddito di cittadinanza, pensioni di cittadinanza e quota 100 ci sono nella legge di bilancio: chi dice che non ci sono sta dicendo bugie”, perché “in manovra ci sono i soldi, c’è la ciccia”, ha spiegato l’on. Luigi Di Maio in diretta su Facebook.
“Ma le norme regolamentari non possono stare lì”, perciò “dopo la legge di bilancio, magari a Natale o subito dopo, si fa un decreto con le norme per reddito e pensioni di cittadinanza e riforma della Fornero. Lo faremo con un decreto, non un ddl perché ci vorrebbe troppo e c’è emergenza povertà”.
In base a quanto riferiscono le agenzie di stampa, per ‘quota 100’ si stanno ancora studiando quali “finestre” attuare, anche se per la scuola non ci si sono dubbi che sarà unica, ovvero quella d’inizio settembre (se però si vuole utilizzare già quella del 2019 bisogna fare presto, perchè a febbraio Miur e Usr devono far partire la “pratica” degli organici con numeri già definiti).
Tra le conferme, c’è anche quella che è stata ribattezzata la ‘norma Alitalia’, anche se poi ad avvalersene saranno pure politi, hostess e stewart di altre compagnie: per tutti i lavoratori del comparto “volo”, l’uscita anticipata, rispetto alla pensione di vecchiaia, sarà di ben sette anni rispetto alla legge Fornero, quindi a 60 anni. E con assegni di ben altro spessore (un “particolare” rilevante, che peserà non poco per le casse previdenziali, ma del quale sino ad oggi si è parlato poco, anche da parte del numero uno dell’Inps Tito Boeri).
A chi contestava le stime di copertura al reddito di cittadinanza e di parte della manovra economica, come il Corriere della Sera, ha replicato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“Le cifre le facciamo noi, avendo contezza dei dati Istat decidendo noi la platea: le altre non contano. Ci sono le risorse per finanziare il reddito che vogliamo sia per finanziare le riforma della legge Fornero”, ha tagliato corto il premier.
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