La quota 100 non dovrebbe riguardare le professioni intellettuali, come quella dell’insegnante, ma solo quelle manuali. A dirlo al Sole 24 Ore è stato Yanis Varoufakis, ex ministro greco delle Finanze, nel dare un giudizio complessivo sulle misure proposte dal governo M5S-Lega con la legge di bilancio.
La riduzione pensionistica del Governo gialloverde, per l’economista ellenico “dovrebbe andare avanti solo per i lavoratori manuali e quelli a bassa retribuzione, ma non per quelli con redditi più alti che lavorano in finanza, pubblica amministrazione o nelle professioni”.
Per Varoufakis, inoltre, “qualsiasi cifra venga risparmiata dovrebbe essere investita in progetti infrastrutturali verdi”.
Nemmeno una parola viene spesa, quindi, per gli insegnanti. I quali, quindi, vanno considerati per l’ex ministro delle Finanze alla pari degli altri: vadano in pensione pure a 67 anni.
Il fatto che la professione del docente comporti uno stress accentuato rispetto alla media, con casi in aumento di patologie derivate (il cosiddetto burnout) non sarebbe quindi una condizione professionale sufficiente per far scattare la deroga.
Su questo punto, La Tecnica della Scuola ha da sempre espresso un parere ben diverso: ““In assoluto è inammissibile che un docente a 65-67 anni e oltre debba obbligatoriamente ancora insegnare a dei giovani che hanno 50 e più anni meno: anche perché a quell’età insegnare comporta un inevitabile innalzamento dello stress”.
E anche l’esecutivo in carica, M5S-Lega, avrebbe quindi sbagliato a permettere che nel volgere di un anno possano lasciare anticipatamente la cattedra per la pensione circa 80 mila insegnanti over 62enni.
L’economista greca, che ha lanciato il movimento politico transnazionale Diem25 per un’alleanza europeo progressista, ha avuto modo anche di dire la sua sul reddito di cittadinanza.
Non chiamatelo così, perché “tutto ciò che il M5S propone è un reddito minimo garantito standard che è subordinato all’accettazione di offerte di lavoro, anche se terribili”. Certo, continua, “può aiutare alcuni italiani poveri per un po'”, ma “non offre alcuna soluzione al problema strutturale di ristagno di posti di lavoro e redditi a causa di investimenti molto bassi”.
Secondo Varoufakis, infine, “è importante non confondere ciò che sta accadendo nei mercati obbligazionari, il famigerato spread, con i problemi del sistema pensionistico”.
“Gli spread stanno aumentando perchè l’Ue e la Bce li stanno spingendo nel loro scontro con il governo di Roma. Sarebbero aumentati indipendentemente dalla politica del governo sulle riforme pensionistiche”.
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