Pensionandi a caccia di prove. Così, con questo titolo, Italia Oggi, parla nell’edizione del 12 giugno, della situazione di 42mila dipendenti della scuola prossimi alla pensione.
Scompiglio e sconcerto, infatti, serpeggia tra coloro che andranno in pensione il 1 settembre per raggiunti limiti di età o per dimissioni volontarie o ancora per Opzione Donna e Ape Sociale.
Cosa agita i dipendenti statali? Sono circolate diverse voci riguarda l’accertamento dei contributi pensionistici.
Con la nota del Miur del 23 novembre 2017, sulla scorta del decreto ministeriale n. 919, compete all’Inps sia l’accertamento del diritto alla pensione che il calcolo dell’assegno previdenziale.
L’Inps starebbe incontrando difficoltà nel verificare l‘effettivo possesso dei requisiti contributivi dichiarati dal personale scolastico all’atto della domanda.
Cosa rallenta il controllo? Le numerose discrepanze tra quanto riportato nell’estratto conto assicurativo dell’Inps e quanto risulta dai certificati di servizio rilasciati dalle varie istituzioni scolastiche.
Se la discrepanza non dovesse essere sanata potrebbe, il condizionale è d’obbligo, verificarsi uno slittamento della liquidazione della pensione.
Da qui la ricerca da parte dei futuri pensionati della documentazione che attesti tutti i periodi di servizio prestati sia a tempo determinato che indeterminato. Una ricerca non semplice sia per il tempo trascorso che per la difficoltà nel recuperare la documentazione.
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