La proposta sull’anticipo pensionistico tramite quota 100 è troppo stretta. Almeno secondo l’Unione europea, che minaccia sanzioni. Per risolvere il problema, allora, basterebbe portarla a 104, attraverso un emendamento ad hoc da approvare dentro la Legge di Bilancio, ora al Senato. Così, in tal modo, si giustificherebbe la riduzione del budget messo sinora a disposizione per finanziare l’operazione, ovvero tra i 6 e i 7 miliardi di euro (anche incrementati per l’anno successivo).
Qualche giorno fa, il vicepremier leghista, Matteo Salvini, aveva negato che ciò accadesse. Ora, invece, a rimettere tutto in discussione è Alberto Brambilla, consigliere economico di Palazzo Chigi, molto vicino proprio al partito del Carroccio, che l’11 dicembre, nel corso della presentazione di un libro sull’invecchiamento attivo, ha detto che a breve, forse già “entro stanotte” sapremo tutto.
Due anni in più…
Tra le ipotesi sul tavolo, scrive l’Ansa, c’è anche quella dello stesso Brambilla sull’uscita dal lavoro con priorità per coloro che hanno almeno quota 104 e uscite entro il 2020 per gli altri con quota 100 raggiunta entro il 2018, scadenzate a seconda dell’età e degli anni di contributi.
L’altra ipotesi è quella di una sorta di clausola di salvaguardia che chiuderebbe il rubinetto una volta raggiunto il limite di spesa. Ma questa ipotesi ha lo svantaggio di far aumentare le domande di pensione (la farebbe anche chi non l’avrebbe fatta in assenza della clausola) a fronte del timore di restare fuori dalla possibilità di utilizzare la misura.
Le conseguenze politiche
Certamente, qualora quota 100 dovesse sfumare all’ultimo momento, per M5S e Lega ci sarebbe un prezzo salato da pagare. Sotto forma di delusioni (tante) e consensi politici (che verrebbero meno).
Non è un caso, quindi, che, a stretto giro di posta, fonti della Lega hanno voluto far sapere che Brambilla parla a titolo personale.
Il Governo ha stanziato 6,7 miliardi per il 2019 e sette miliardi per il 2020 (queste cifre probabilmente dovranno essere tagliate per consentire la riduzione del deficit come chiesto dalla Commissione europea) ma tutte le stime Inps indicano che solo per la cosiddetta quota 100 si spenderà di più anche con un’adesione inferiore al 100%.
Si pensa anche ad altri divieti
L’Inps ha tenuto conto nelle sue stime su quota 100 (escluse le altre misure come l’opzione donna e lo stop dell’aspettativa di vita per la pensione anticipata) dell’effetto scoraggiamento all’uscita che si dovrebbe avere con il divieto di cumulo con l’attività lavorativa e delle situazioni del passato.
“I calcoli dell’Inps sono giusti – ha detto Brambilla – mi hanno chiesto di trovare una soluzione e l’ho consegnata. Ora la scelta è politica”. Brambilla ha ricordato che ci sono tante persone bloccate dalla riforma Fornero. “Si potrebbe decidere che chi ha quota 104 esce subito e che gli altri vanno in pensione nei 24 mesi successivi. Questo ci fa contenere la spesa”. Poi, ha detto, si potrebbe studiare un’uscita dal lavoro con 64 anni di età e 39 di contributi.
Boeri (Inps): spesa troppo alta
Intanto, il numero uno dell’Inps, Tito Boeri, ha ribadito la sua perplessità sui conti del Governo. “Abbiamo fatto più di 100 simulazioni per il Governo sulla norma per l’accesso alla pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contributi e nessuna simulazione è al di sotto delle risorse stanziate in manovra”.
“Siamo sopra quelle cifre in modo consistente soprattutto negli anni successivi, non ci può essere costanza della spesa”, ha concluso il presidente Inps.