Buone notizie per i tanti lavoratori pubblici, molti della scuola, con precedenti esperienze lavorative nel settore privato: sarebbe questione di giorni per la sottoscrizione dell’accordo fra l’Inps e le Casse di previdenza private per la stesura di una convenzione condivisa, che darà il là all’attuazione del cumulo gratuito dei contributi introdotto, con la penultima Legge di Bilancio, dal 1° gennaio 2017, quindi da oltre un anno, ma di fatto mai reso esecutivo.
Le difficoltà tecniche, di scambio telematico dei dati tra le diverse piattaforme, che avrebbero dovuto “comunicare” con quella dell’Inps, sembrano infatti ad un passo dal superamento.
Nell’ultimo faccia a faccia – scrivono le agenzie di stampa – fra tecnici è stato infatti sciolto il ‘nodo’ sull’Ente che avrà il compito di istruire la pratica per le domande di pensione di vecchiaia: sarà quello a cui il professionista è stato iscritto in ultima istanza.
Inoltre, a breve dovrebbe essere affrontato pure il caso della cosiddetta ‘provvista’ voluta sempre dell’Inps per custodire le somme a carico degli Enti, i quali hanno chiesto un monitoraggio ‘ex ante’ delle cifre da erogare (e non, eventualmente, di ricevere dei rimborsi ‘ex post’).
Nelle settimane passate, sia da parte dell’Inps, sia da parte dell’Adepp (l’Associazione delle Casse), era stata sottolineata la volontà di arrivare ad un’intesa entro il mese di febbraio: è probabile, a questo punto, che la scadenza venga rispettata.
L’accordo è rilevante, perchè permetterà di ricongiungere, senza più oneri, i percorsi lavorativi (e assicurativi) “frammentati”: nella scuola riguarda moltissimi docenti: tutti coloro che hanno svolto altri lavori prima di iniziare ad insegnare o a lavorare tra il personal Ata.
Tra i docenti, in particolare, figurano un altissimo numero di insegnanti con precedenti esperienze nelle scuole paritarie e private.
Ricordiamo che ad oggi la legge prevede che il cosiddetto “ricongiungimento” venga addebitato al lavoratore: il docente che decida ad esempio di unire tra i cinque e i dieci anni di periodi contributivi riguardanti il servizio svolto in istituti paritari, può arrivare a pagare anche alcune decine di migliaia di euro complessivi.
Per chi non lo ha fatto in precedenza, l’Inps dà possibilità di rateizzare i pagamenti agganciandoli anche all’assegno di quiescenza: in pratica, per i primi quattro-cinque anni di pensione verranno sottratte alcune centinaia di euro al mese.
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