La contro-riforma della Legge Fornero, targata M5S-Lega, potrebbe creare più di un mal di pancia. Sicuramente per l’applicazione diversa rispetto a come era stata prospettata in campagna elettorale.
Come già annunciato, in base a quanto trapela da chi ha visionato il dossier sul tema prodotto dal Governo che si sta andando a formare, sembra che le modifiche introducano la Quota 100 solo a partire dai 64 anni e la pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica prevista ora per i lavoratori precoci impegnati in attività gravose o per quelli e che pur contando su questo numero di anni di contributi ora sono disoccupati.
Inoltre, le modifiche potrebbero portare ad un’uscita più lontana nel tempo, diverse donne e coloro che hanno avuto lunghi periodi di disoccupazione e cassa integrazione. Insomma, per alcune categoria, si tratterebbe di un peggioramento della posizione.
A destare molte perplessità è anche l’addio all’Ape Social, che permette oggi ai lavoratori che svolgono 15 tipi di professioni particolarmente logoranti (ci sono anche le maestre d’infanzia) di lasciare il servizio 3 anni e sette mesi prima.
Pertanto, appare sempre più probabile che vi siano dei lavoratori pensionandi che verranno paradossalmente danneggiati dalle modifiche della Legge Fornero.
Per comprendere meglio di cosa stiamo parlando, pubblichiamo alcuni esempi prodotti dall’Ansa: riguardano proprio chi potrebbe guadagnarci o chi perderci nel 2019 rispetto alla situazione previdenziale oggi vigente.
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