“Non si può stare fino a 67 anni su un ponteggio o a tenere una classe di un asilo”.
È una realtà amara quella descritta il 2 aprile da Dalida Angelini, segretaria della Cgil Toscana, nel giorno in cui sono scesi in piazza in diverse città Cgil, Cisl e Uil, per chiedere di cambiare la legge Fornero sulle pensioni e rendere meno rigidi i criteri per l’uscita.
“Non si può far immaginare ai giovani una vecchiaia da poveri”, ha detto ancora la sindacalista.
Per questi motivi, ha continuato, “il sistema va cambiato radicalmente, bisogna ricostruire una
solidarietà. Il messaggio che arriva dai tanti presìdi e dalle tante iniziative di oggi in Toscana è chiaro, la gente vuole cambiare la legge Fornero: l’esecutivo ci ascolti subito o la mobilitazione continuerà”.
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Non solo in Toscana si tornerà in piazza, hanno promesso anche i leader dei tre sindacati nazionali.
Inoltre, aggiungiamo noi, il malessere per l’obbligo di permanenza a scuola fino a 67 anni inoltrati è davvero palpabile. E ad esprimerlo non sono soltanto i maestri dell’asilo nido: l’insofferenza vale per tantissimi docenti over 60 appartenenti a tutti i cicli scolastici. Per non parlare di quanto accaduto ai 4 mila Quota 96.
I segnali che arrivano dal governo e dal Partito Democratico, tuttavia, nel seguono la stessa direzione. La stagione delle proteste, seguendo queste premesse, è appena cominciata.
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