Tutte le date del calendario possono essere fauste od infauste. Prendiamo il 1° settembre: nel 1939, la Germania Nazista attacca la Polonia, iniziando la seconda guerra mondiale; nel 1945, il Trio Lescano si esibisce per l’ultima volta alla radio italiana; nel 1969, in Libia va al potere il colonnello Muammar Gheddafi; nel 1981, l’IBM lancia sul mercato il primo Personal Computer; nel 2004, a Beslan dei terroristi ceceni compiono una strage di bambini e adulti nella scuola elementare della città; ogni anno, inizia il pensionamento del i “lavoratori della conoscenza”…
Molti ritengono erroneamente che sia stato Mussolini ad introdurre per la prima volta la previdenza in Italia. E’ invece del 1919 l’istituzione dell’Assicurazione generale obbligatoria (Ago), che stabilisce l’età legale per la pensione di vecchiaia viene a 65 anni per uomini e donne. Il documento è il Decreto-legge Luogotenenziale n. 603 del 21 aprile 1919, concernente l’assicurazione obbligatoria contro la invalidità e la vecchiaia per le persone di ambo i sessi che prestano l’opera loro alle dipendenze di altri (Gazzetta Ufficiale del 1° maggio 1919, n. 104). Porta la firma di Tommaso di Savoia Duca di Genova, luogotenente Generale di Sua Maestà Vittorio Emanuele III, re d’Italia.
Nel 1935, al tempo della lunga presidenza da “Dux”, Mussolini apportò due modifiche alla precedente legge pensionistica: col Rdl n. 1827 l’età legale restò confermata a 65 anni, con possibilità di anticipo a 60, ma con penalizzazioni economiche variabili, in funzione dell’ampiezza dell’anticipazione; mentre col Rdl n. 636 del 1939 l’età pensionabile venne ridotta a 60 anni per gli uomini e a 55 per le donne.
Una cosa è la pensione sociale di assistenza per il sostentamento altro è andare in pensione, dopo anni di lavoro e versamenti economici. Un docente, per esempio, che va in pensione questo 1° Settembre 2013 ogni anno proporzionalmente ha versato nelle casse dell’ Inps ex Impdap circa 9 mila €, che riferiti ad almeno 40 anni fanno 360.000 €. Non male come accantonamento pensionistico per il resto degli anni del post lavoro!
Molti governi, nel corso dei decenni della Repubblica, hanno voluto fare delle riforme sapendo che il punctum dolens di ogni sistema pensionistico è l’età pensionabile riferita all’aumento dell’aspettativa di vita, che negli ultimi decenni ha conosciuto andamenti progressivi ben superiori alle attese. Ed è quindi la questione che incontra le maggiori resistenze sul piano politico-sociali anche per il governo Letta e la maggioranza che lo sostiene. Sembra che ci sia l’intenzione di rimettere in discussione i capisaldi introdotti dalla riforma Fornero del 2011, tra cui l’età del pensionamento con l’introduzione di elementi di “flessibilità”. Non si sa per quale 1° Settembre di quale anno.
Il 1° Settembre si torna a scuola. Ma non tutti. Molti dovevano rientrare ma Cloto Lachesi e Atropo lo hanno impedito. Tanti desiderano presentarsi a scuola ma non possono perché perdenti posto e/o inidonei. I “Quota 96” sono costretti a presentarsi al posto di lavoro pur avendo maturato (al 31/8/2012) dei diritti non riconosciuti per andare in pensione. I precari poi, all’inizio di Settembre, si augurano almeno di lavorare ad ore. Infine i pensionati dal 01/09/2013 si potranno godere la libertà dal lavoro obbligatorio e soprattutto la libertà del proprio tempo di vita sperando in una lunga lunghissima aspettativa.
Auguri ad un mio carissimo amico di una vita, che oggi inizia la sua quiescenza: “Settembre, andiamo è l’ora di migrare…”.
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