Stavolta non ci saranno ulteriori slittamenti. Anzi, forse si anticiperà di un giorno. Stiamo parlando del “decretone” contenente la norma quota 100, che permetterà ai lavoratori con almeno 62 anni e 38 di contributi di lasciare il lavoro, che si sarebbe dovuto discutere in Consiglio dei ministri nel corso della passata settimana. Nessun problema, il decreto arriverà in CdM giovedì 17 gennaio, ha assicurato il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio in visita in Sardegna.
“Giovedì arriva in Consiglio dei ministri l’approvazione definitiva del reddito di cittadinanza: le imprese e le pubbliche amministrazioni che assumeranno con il reddito di cittadinanza avranno sgravi fiscali fino a 18 mesi, che significa che prima li assumono prima ottengono il maggior vantaggio economico”.
Il decreto dovrebbe prevedere anche a docenti e personale Ata, come scritto dalla Tecnica della Scuola, di accedere alla pensione anticipata già in occasione della finestre unica per la scuola del 2019, quindi il 1° settembre prossimo, con scadenza della domanda fine febbraio prossimo.
Di Maio ha ricordato che nel “decretone”, che segue la manovra di fine anno con la quale sono stati approvati i finanziamenti, ci sarà anche ‘quota 100’ per la pensione anticipata: “Lo so – ha detto l’esponente ‘grillino’ – che dobbiamo fare anche quota 41 e ve lo prometto. Abbiamo iniziato con quota 100 ma abbiamo 5 anni davanti”.
In effetti, quota 41 avrebbe permesso molti più pensionamenti: si tratta degli anni di contributi che i lavoratori possono vantare, prescindendo dall’età anagrafica.
Una possibilità, quest’ultima, che soprattutto per chi ha iniziato a lavorare nella scuola presto – come i maestri a cui sino a qualche anno fa non si chiedeva la laurea oppure il personale Ata – si potrebbe raggiungere decisamente prima degli attuali 67 anni, soglia di accesso imposta a seguito della legge Fornero e dell’innalzamento dell’aspettativa di vita.
Ma con quota 41 sarebbero favoriti anche i docenti della scuola secondaria in possesso della laurea, ovviamente da riscattare.
Intanto, però, adottando quota 100 per tre anni, assicura Di Maio, “per decine di migliaia” di lavoratori “ci sarà la pensione”: questo “significa che si liberano posti di lavoro per giovani e meno giovani che un lavoro non ce l’hanno”.
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