Il riscatto del periodo di studi. rappresenta l’opportunità più importante per aumentare gli anni di contributi previdenziali versati: qualora il lavoratore durante gli anni di durata legale del corso non abbia contemporaneamente lavorato a seconda della durata del corso scelto (non valgono gli anni passati fuori corso).
Ecco quattro percorsi per ottenere il riscatto della laurea, così come rappresentato dal Sole 24 Ore.
Il riscatto ordinario per chi ha conseguito il diploma di laurea o titoli equiparati (i corsi non devono essere di durata inferiore a quattro e superiore a sei). Valgono anche i dottorati di ricerca e i titoli accademici del 3+2.
Si possono riscattare solo gli anni di durata legale del corso, dopo il conseguimento del titolo.
Il richiedente non deve avere: versamenti contributivi durante gli anni di corso e deve avere almeno un contributo obbligatorio successivamente versato nella gestione alla quale chiede il riscatto.
Il costo? Il 33% dell’imponibile previdenziale delle ultime 52 settimane prima della domanda. Deducibile in una fascia da 23-43% Efficace sia per l’anzianità contributiva che per il calcolo dell’assegno.
Al momento della domanda il richiedente non deve essere mai stato iscritto ad alcuna forma obbligatoria di previdenza e non deve aver iniziato l’attività lavorativa
in Italia o all’estero. Per il 2019 il costo è di circa 5.240 euro per ogni anno riscattato. Detraibile dall’Irpef. Se il richiedente è a carico di un familiare e quest’ultimo effettua il pagamento, l’importo è detrabile. Nella dichiarazione dei redditi potrà detrarre il 19% dell’importo versato.
Si possono riscattare solo gli anni di durata legale del corso, effettivamente sostenuti, dal 1996 in poi, dopo il conseguimento del titolo. Il richiedente non deve avere versamenti contributivi durante gli anni di corso. Per il 2019 il costo è di circa 5.240 euro per ogni anno riscattato. Per il 2019 il costo è di circa 5.240 euro per ogni anno riscattato
Chi ha periodi lavorativi non coperti da contribuzione oppure i suoi superstiti, i parenti e affini entro il secondo grado. Si possono riscattare periodi privi di obbligo contributivo compresi fra il primo e l’ultimo contributo accreditato, dal 1996, per un massimo di 5 anni. Non bisogna essere già titolari di pensione. Efficace sia per l’anzianità contributiva sia per il calcolo dell’assegno.
La formula light del riscatto di laurea, così come segnala la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, viene prevista in modo stabile nel nostro ordinamento e può essere richiesta per ottenere l’accreditamento della contribuzione, ai fini del diritto e della misura, fino al compimento del quarantacinquesimo anno di età e per periodi di competenza del metodo contributivo (non prima del 01.01.1996).
Visto il limite anagrafico questa modalità è incompatibile con Quota 100, che chiude la sua sperimentazione nel 2021: anno entro il quale va compiuto il requisito anagrafico di 62 anni.
La misura vale anche per coloro che hanno cominciato a lavorare o a versare dal primo gennaio 1996, cioè tutti coloro che ricadono integralmente nel sistema contributivo di calcolo delle pensioni (basato sui contributi versati e non sugli stipendi pregressi).
I lavoratori interessati possono riscattare i periodi fino a 5 anni.
Di sicuro non rientrano nel caso le eventuali attività in nero o non regolare, ma solo i veri periodi di non lavoro o comunque impegnati in corsi di formazione o i periodi di disoccupazione non coperta da versamenti contributivi.
Il riscatto dovrà riguardare solo i periodi, nella carriera dell’assicurato, di competenza del metodo contributivo e consentirà l’accredito degli anni riscattati solo ai fini del diritto pensionistico senza aumentare la misura dell’assegno. L’onere sarà calcolato in modo forfettario.
Se prima il riscatto della laurea era particolarmente oneroso (si parla di più di 10mila euro all’anno), adesso, con lo sconto, potrebbe interessare molti. Sono inclusi nel periodo anche i dottorati di ricerca privi di contribuzione e le scuole di specializzazione (come quelle mediche). Non fanno parte del novero dei periodi riscattabili i master, anche se universitari.
Con il riscatto della laurea previsto dal decreto si risparmierà tra il 45% e il 55%, pagando, con una retribuzione lorda annua di 35mila euro, 5.184 euro per ogni anno di studi contro gli 11.150 euro del riscatto ordinario.
Attenzione, però: con la misura varata dal governo aumenta l’anzianità assicurativa e contributiva ma non aumenta il valore della pensione. In questo caso, dunque, prima di procedere bisogna valutare attentamente.
Un aspetto da considerare per il riscatto della laurea è che i versamenti fatti danno diritto a sconti sulle imposte.
Il riscatto della laurea per un figlio a carico che non ha mai lavorato dà diritto alla detrazione del 19% degli importi versati, quindi si pagano meno tasse.
Se si riscatta la propria laurea, invece, si può dedurre l’intero importo versato dal computo del proprio reddito imponibile.
Alla fine di ogni anno si pagheranno perciò le tasse sul proprio reddito decurtato delle cifre versate per il riscatto.
Ecco un facile esempio: se si rateizzano 50.000 euro l’anno per 5 anni, quindi pagando 10.000 euro l’anno, e il proprio reddito è di 50.000 euro l’anno, è come se si guadagnassero 40.000 euro.
L’Inps, con una guida sul proprio sito, spiega passo dopo passo come fare.
Si possono riscattare gli anni del corso legale di laurea, i diplomi universitari, quelli di specializzazione e i dottorati di ricerca. Se il titolo di studio ha valore legale in Italia, si può riscattare anche la laurea conseguita all’estero. A particolari condizioni, è possibile riscattare anche i diplomi rilasciati dagli istituti di alta formazione artistica e musicale.
Il riscatto, inoltre, può riguardare tutto il periodo del corso di studio o solo parte di esso e si possono riscattare anche due o più corsi. E questi anni di contribuzione andranno ad aggiungersi a quelli che deriveranno dalla successiva attività lavorativa, concorrendo a determinare l’ammontare della propria pensione.
I periodi che non danno possibilità di riscatto sono:
Si possono invece riscattare:
Il riscatto può riguardare l’intero o i singoli periodi.
Dal 12 luglio 1997 è possibile riscattare due o più corsi di laurea, anche per i titoli conseguiti anteriormente a questa data. Non è possibile chiedere la rinuncia o la revoca della contribuzione da riscatto di laurea legittimamente accreditata a seguito del pagamento del relativo onere (messaggio 8 ottobre 2008, n. 22427).
Il contributo è versato all’INPS in apposita evidenza contabile separata del Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti (FPLD) e viene rivalutato secondo le regole del sistema contributivo, con riferimento alla data della domanda.
Il cumulo è gratuito per tutti gli iscritti presso 2 o più forme di assicurazione obbligatoria dei lavoratori dipendenti, autonomi e degli iscritti alla gestione separata e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, in modo che possano conseguire un’unica pensione.
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