Trovare un meccanismo che garantisca la pensione anche i giovani chiamati a cambiare il lavoro con frequenza e fermare l’innalzamento continuo dell’età pensionabile.
A chiederlo è stata il 1° luglio la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, in vista del riavvio del confronto tra sindacati e governo sulla cosiddetta ‘fase 2’ della previdenza, che il 4 luglio riprenderà in sede tecnica
“Dobbiamo definire una pensione di garanzia per i tanti giovani che cambiano spesso il lavoro e entrano tardi nel mondo del lavoro. E dobbiamo fermare l’automatismo legato all’aspettativa di vita: questo meccanismo infernale per cui sempre di più si alza l’età pensionabile”, ha detto Furlan.
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In effetti, i due meccanismi sono legati a doppio filo. Perché portando sempre più in alto l’età anagrafica minima per lasciare il lavoro, è normale che il turn over si rallenti. Con i giovani, quindi, che non trovando occupazioni soddisfacenti sono costretti a cambiare lavoro continuamente.
Il problema, però riguarda anche già gli attuali pensionati. “Dobbiamo pensare ai nostri giovani”, ha ribadito Furlan, e “dare risposte con meccanismi di rivalutazione delle pensioni esistenti per i tanti anziani e le tante anziane del nostro Paese, per i quali spesso essere pensionati significa essere poveri”.
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