Chi andrà in pensione nel 2019 avrà una pensione annua inferiore di oltre l’1% rispetto a chi ci è andato o ci andrà quest’anno.
Nella Gazzetta Ufficiale dell’8 giugno, n.31/2018, sono stati resi noti i coefficienti di trasformazione, validi per il triennio 2019/2021.
I coefficienti di trasformazione sono valori che concorrono al calcolo della pensione con metodo contributivo. Grazie a questi valori il montante contributivo versato dal lavoratore durante la sua vita lavorativa viene trasformato nella pensione annua. I coefficienti di trasformazione variano in base all’età anagrafica del lavoratore nel momento in cui consegue la prestazione previdenziale, a partire dall’età di 57 anni fino ai 70 anni.
I coefficienti operano nel sistema contributivo delle pensioni (in vigore per tutti dal 2012), quasi come un libretto di risparmio.
Così come segnala Italia Oggi, un lavoratore con 100 mila euro di contributi versati e 65 anni d’età, la pensione è calata in questi anni di circa 900 euro: il prossimo anno sarà di 5.245 euro, nel 2009 è stata di 6.136 euro.
L’ultima revisione nel 2016, la prossima nel 2022
L’ultima revisione c’è stata a gennaio 2016, dopo quella di gennaio 2013, che ha fissato i coefficienti per il triennio 2016/2018. L’anno prossimo ci sarà la quarta revisione, di circa l’1% in meno, portando il calo complessivo del periodo oltre il 12%.
Bisogna lavorare di più
Che fare dunque? Soluzioni non ce ne sono, al momento, se non quella di lavorare di più. La riforma Fornero, per questo, ha agevolato chi rimarrà al lavoro fino a 70 anni e 7 mesi, cioè proprio al fine di ottenere pensioni più consistenti. Per questo, dal prossimo anno entrerà in vigore un nuovo coefficiente: quello legato all’età di 71 anni.
Fonte Italia Oggi