Si parla molto, in questo periodo, delle pensioni, con il governo Conte impegnato nel superamento della Legge Fornero con il varo della quota 100 (previa verifica delle coperture finanziarie su cui è in atto una polemica tra Boeri e Salvini).
Dal 1° gennaio 2019, intanto, ci sarà un cambiamento: subiranno delle modifiche con un adeguamento biennale sulla base delle aspettative di vita rilevate dall’Istat.
Il 4 aprile 2018 l’Inps ha pubblicato la circolare n.62 che fissa l’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita.
Ciò porterà ad un innalzamento dell’età pensionabile, con l’esclusione di alcune categorie di lavoratori, tra cui le maestre d’asilo.
L’Italia, è uno dei paesi in cui l’età effettiva a cui si va in pensione è più bassa dell’età nominale consentita.
Infatti nel Belpaese ci sono delle scappatoie che permettono di ottenere prima l’assegno previdenziale. Una di queste si chiama “pensione anticipata”. Chiunque può andare in pensione indipendentemente dall’età se ha versato 42 anni e 10 mesi di contributi, se è uomo, o 41 anni e 10 mesi, se è donna.
In un approfondimento, a cura della Uil, si apprende, che nell’area UE, gli uomini vanno in pensione a 64 anni e 4 mesi, le donne a 63 anni e 4 mesi. Il dato è ancorato a crescere poiché i requisiti anagrafici per l’accesso alla pensione, sono ancorati all’aspettativa di vita e vengono costantemente aggiornati.
pensione di vecchiaia: da 66 anni a 7 mesi a 67 anni per tutti. L’anzianità contributiva richiesta sarà sempre pari a 20 anni;
pensione di vecchiaia contributiva: da 70 anni e 7 mesi a 71 anni di età. L’anzianità contributiva sarà sempre di 5 anni;
pensione anticipata contributiva: da 63 anni e 7 mesi di età a 64 anni. L’anzianità contributiva resta pari a 20 anni;
pensione anticipata uomini: da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 3 mesi;
pensione anticipata donne: da 41 anni e 10 mesi si passerà a 42 anni e 3 mesi;
pensione anticipata lavoratori precoci passa da 41 anni a 41 anni e 5 mesi di anzianità contributiva.
In Italia il requisito per l’accesso alla pensione è il più alto d’Europa, secondo solo alla Grecia, dove il requisito anagrafico richiesto è pari a 67 anni. L’età più bassa è richiesta in Svezia dove dai 61 anni il lavoratore può decidere di accedere alla pensione.
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