Introdurre le modifiche alla legge Fornero con la prima legge di Bilancio del governo M5S-Lega: a dirlo è stato il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia, nel corso de ‘L’intervista’ di Maria Latella su SkyTg24.
“Di sicuro con la legge di Bilancio”
Gli interventi sulle pensioni per rivedere la legge Fornero arriveranno “di sicuro con la legge di Bilancio”, ha dichiarato l’economista.
“Dovessi decidere io – sottolinea l’esponente della Lega – farei prima la flat tax, per fare entrare più gente possibile nel mondo del lavoro e far nascere nuove partite Iva, un tema collegato al reddito cittadinanza, però viene percepita come una priorità anche la Fornero quindi penso che alla fine le cose andranno di pari passo”. ”
“Mi pare di capire – aggiunge – che sia tema di legge di bilancio, ma non ne abbiamo ancora parlato con gli altri colleghi, il consiglio dei ministri non penso che ne abbia parlato, però di sicuro sarà in legge di bilancio”.
Ancora non si comprende, però, quali sono le soglie minime per accedere a quota 100: se, effettivamente, si imporranno i 64 anni di età, di sicuro molti lavoratori rimarranno delusi. Perché non si tratta certo di un “dettaglio” e mai se ne era parlato in campagna elettorale e nemmeno nel contratto di governo M5S-Lega.
Arriva anche la flat tax per tutti
Il vice-ministro si sofferma anche sula flat tax per tutti e, se ci saranno i margini, lanciare anche la ‘pace fiscale’.
“Vogliamo iniziare a lavorare in tre fasi sia per il reddito di cittadinanza sia per la flat tax – ha detto Garavaglia – qualcosa subito, qualcosa in legge di Bilancio e qualcosa con una prospettiva di legislatura”.
E se la sede per affrontare il tema sempre caldo delle pensioni, con la revisione della legge Fornero, sarà “di sicuro la legge di Bilancio”, sul fronte del fisco qualcosa va fatto subito, e bisogna andare oltre le ulteriori semplificazioni di spesometro, redditometro e studi di settore che dovrebbero trovare posto nel decreto ribattezzato ‘dignità’ di Luigi Di Maio.
Un secondo decreto estivo
Ci potrebbe essere quindi un secondo decreto estivo che contenga appunto una correzione del regime forfettario che sostituisce Iva e Irap introdotto – e poi corretto – nel 2016, che prevede già una tassa piatta del 15% (al 5% per le start up per i primi 5 anni) per le partite Iva che non superino determinate soglie di ricavi e limiti di reddito a seconda dei settori (in linea generale dai 30mila ai 50mila euro).
L’idea, spiega Garavaglia, è proprio quella di “allargare modelli di sistemi forfettari per fatturati ridotti di pmi e partite Iva”.
Il Pd “che ci critica tanto”, osserva peraltro l’esponente della Lega, “ha messo in piedi un sistema abbastanza ben fatto per le partite Iva”, sistema che di fatto è appunto già di ‘flat tax’. E di lì si può partire per “fare molto, già prima dell’estate, mi auguro entro agosto”.
Lo stesso periodo che potrebbe servire per revisionare l’accesso alle pensioni.