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Pensioni per docenti e Ata, si può andare in quiescenza anticipata anche con opzione donna 2025

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La legge di bilancio 2025 ha superato l’esame della “Camera dei deputati”, adesso è al vaglio del Senato senza possibilità di modifiche, previsto voto di fiducia per tagliare tutti gli emendamenti proposti dalle opposizioni. Nella legge di bilancio 2025 c’è qualche novità sulle pensioni dei dipendenti pubblici, compresa la novità rivisitata di “Opzione donna” 2025 che potrebbe riguardare qualche docente o personale Ata donna che ha urgenza di utilizzare un canale di pensione anticipata, nonostante una evidente perdita economica.

Pensione anticipata: Opzione donna 2025

Da una lettura attenta dell’art.1, comma 173, della legge di bilancio 2025, l’uscita anticipata dal mondo del lavoro di alcune lavoratrici con precise caratteristica continua a permanere grazie alle modifiche apportate in legge di bilancio 2025 all’art.16 del decreto legge n.4 del 28 gennaio 2019 e poi convertito in legge n.26 del 28 marzo 2019.

Tali modifiche consistono nel considerare l’età anagrafica delle donne che possono chiedere di andare in pensione anticipatamente, entro la data del 31 dicembre 2024. Per tale motivo le donne con due o più figli che dovessero compiere 59 anni di età entro il 31 dicembre 2024, oppure le donne con un solo figlio che dovessero compiere 60 anni di età entro il 31 dicembre 2024 o, ancora, le donne senza figli che dovessero compiere 61 anni di età entro il 31 dicembre 2024, avendo in ogni caso raggiunto, entro la fine del 2024, 35 anni contributivi senza alcun arrotondamento, e si trovassero in almeno una delle due seguenti condizioni:

a) assistono, alla data di presentazione della domanda di pensione e da almeno sei mesi, il coniuge o la parte dell’unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti;

b) hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti Commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;

potranno chiedere di andare in pensione anticipata con la modalità “Opzione donna”.

Domanda entro il 28 febbraio 2025

Dopo l’approvazione definitiva della legge di bilancio 2025, sarà possibile presentare istanza telematica per aderire alla richiesta di pensionamento anticipato con la modalità “Opzione donna” e la scadenza di tale domanda è fissata, in legge di bilancio 2025, al 28 febbraio 2025.

È importantissimo dire che chi dovesse aderire a tale modalità di pensionamento anticipato, ai sensi di quanto previsto dal d.lgs. 180 del 30 aprile 1997, il calcolo dell’assegno pensionistico sarà interamente contributivo. Quindi almeno sei o più anni dei 35 previsti per la possibilità di aderire ad opzione donna, poichè svolti sicuramente prima del 31 dicembre 1995, verrebbero trattati non più come anni calcolati con il metodo retributivo, ma passati al peggiorativo calcolo contributivo. Tutto questo con evidente nocumento riguardo l’assegno pensionistico finale.

L’assegno pensionistico della donna che utilizza questo metodo di uscita anticipata, in alcuni casi, potrebbe essere ridotto anche del 30%, il tutto è facilmente calcolabile rivolgendosi agli esperti del settore che hanno dei software capaci di simulare con precisione l’assegno finale.