Il Governo nell’incontro di ieri con i sindacati ha spiegato come intende muoversi relativamente al nuovo sistema pensionistico. È previsto in pratica un prestito per chi lascia il lavoro prima dell’età di vecchiaia, ma che dovrà essere restituito con rate fino a 20 anni con gli interessi.
Ci sarebbe un costo diverso per chi perde il lavoro prima di raggiungere i requisiti per l’accesso alla pensione e per chi decide di lasciare spontaneamente l’impiego. Non si tratta di penalizzazione ma solo di una “rata di ammortamento”. L’ipotesi del Governo è l’anticipo finanziario della pensione netta per gli anni che mancano alla pensione di vecchiaia. Non si tratta di una penalizzazione sull’importo di pensione ma di una rata di ammortamento del prestito di 20 anni con la copertura assicurativa ed una detrazione fiscale sulla parte del capitale anticipato “per alcuni soggetti più deboli e meritevoli di tutela”.
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La rata del prestito pensionistico per chi dovesse anticipare volontariamente l’uscita dal lavoro di 3 anni rispetto all’età di vecchiaia potrebbe arrivare al 15% della pensione per i vent’anni nei quali si ripaga il prestito.”Naturalmente la penalizzazione sulla pensione sarà molto più bassa per chi ha perso il lavoro”
L’anticipo pensionistico (Ape) allo studio del governo riguarderà l’anno prossimo i nati negli anni ’51-53 per coinvolgere negli anni successivi (2018 e 2019) i lavoratori nati fino al 1955.
L’anticipo rispetto all’età di vecchiaia sarà possibile fino a tre anni prima della maturazione dei requisiti. Chi quindi è a meno di tre anni dalla maturazione dei requisiti potrà chiedere all’Inps l’anticipo e l’istituto si interfaccerà con istituti finanziari che anticiperanno il capitale. Il prestito sarà “senza garanzie reali” e in caso di premorienza non ci si rivarrà sugli eredi. Il prestito sarà pagato con una rata sulla pensione ma ci sarà una detrazione fiscale in modo da ridurre i costi di questo meccanismo.
“Lo strumento – è stato spiegato dal Governo – è molto flessibile. La detrazione fiscale potrà essere modificata per categorie diverse” In pratica ci saranno costi minori per chi ha perso il lavoro e costi più alti per chi decide volontariamente di lasciare l’impiego prima dell’età di vecchiaia.