“Quota 100 è un progetto triennale ed era un progetto di riforma che suppliva a un disagio sociale che si era creato. Quello di persone che si sono viste allontanare di molti anni la finestra pensionistica. Scadrà l’anno prossimo come ricordato. Non è all’ordine del giorno il rinnovo”.
Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, in collegamento con il Festival dell’economia di Trento confermando quindi le ipotesi che già circolavano da alcune settimane.
Dunque il 2021 sarà l’ultimo anno per usufruire dell’uscita pensionistica voluta fortemente dalla Lega quando era al Governo lo scorso anno.
Questo vuol dire che si sta preparando il terreno per una nuova riforma delle pensioni da varare per il 2022: si parla di un nuovo sistema previdenziale che premierà principalmente solo chi potrà vantare oltre i 41-42 anni di contributi.
Quindi, sostanzialmente, i requisiti pensionistici richiesti al lavoratore che intende lasciare il servizio in anticipo saranno maggiori: una necessità dettata dal fatto che l’Italia non può permettersi di mantenere uno stato sociale superiore alle sue possibilità.
L’anno scorso, approfittando della somma dei 62 anni minimi e i 32 di carriera, sono andati in pensione circa 90 mila dipendenti pubblici, di cui un terzo circa nella scuola. Si stima che anche quest’anno si ripeteranno numeri simili.
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