La riforma Fornero potrebbe essere presto superata, con forme di anticipo d’uscita diversificate: quindi, non introducendo Quota 41, ma eliminando le età di pensionamento uguali per tutti a 67 anni. A sostenerlo è il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.
A colloquio con Il Messaggero, Tridico ha annunciato la volontà di “mettere a frutto soprattutto l’analisi della prossima commissione sui lavori gravosi (che si insedierà entro gennaio 2020), superando le età di pensionamento uguali per tutti”.
Il numero uno dell’Inps pensa “ad un sistema di coefficienti che tengano conto appunto della gravosità del lavoro. Sarebbe un modo per prevedere un’età di uscita dal lavoro per ogni categoria, in maniera flessibile. Il minatore avrà un indice di gravosità più alto e quindi potrà uscire prima. Certo ci dovrà essere un’età minima, la stabilirà il legislatore”.
La speranza dei docenti, ma anche di tutto il personale della scuola, è che il lavoro che viene svolto a contatto degli studenti venga annoverato con le attuali professioni gravose.
Nel frattempo, Tridico conferma la volontà di portare avanti Quota 100 sino alla sua scadenza prevista dalla Legge di Bilancio dello scorso anno, quindi fino al 2021.
“Quota 100 – dice – è stata una misura sperimentale. Abolirla, dopo solo un anno, sarebbe stato inopportuno, con la frustrazione di legittime aspettative. Allo scadere naturale si può pensare a una revisione complessiva del sistema che abbia l’ambizione di essere strutturale, fermo restando che Quota 100 in sé costituisce già uno scivolo temporaneo per ammorbidire lo scalone per molti che non sono coinvolti dalle altre forme di anticipazione, dopo la riforma del 2011″.
Sulla eventuale penalizzazione dal punto di vista dell’importo dell’assegno, Tridico risponde: “Ci sarà la naturale penalizzazione legata al contributivo. Ma c’è anche un’altra possibile novità che andrebbe valutata, si può pensare – spiega – ad una correzione di una norma che reputo ingiusta, cioè l’incremento dell’aspettativa di vita con effetti sui requisiti di pensionamento per tutti, anche su chi è già vicino alla pensione”
“Si dovrebbero neutralizzare – continua – gli effetti degli incrementi sull’ età di pensionamento, da una determinata età in poi, ad esempio da 60 anni: in modo che l’aumento dell’aspettativa di vita sia bloccato per le singole coorti di lavoratori. Per ogni anno di nascita una certa aspettativa, che poi non cresce più. Così si dà certezza”.
Tridico pensa anche ai finanziamenti dell’operazione. “Stiamo parlando di riforma strutturale che non sarà a costo zero. Però si potranno usare intanto le risorse non spese per Quota 100. Secondo nostre stime, comunque prudenti, nel 2019 avanzano circa 1,6 miliardi di cui solo 1,1 sono stati conteggiati nel decreto salva conti di luglio. Nel 2020 potremo avere 2,5 miliardi”.
Intanto, anche il MoVimento 5 Stelle sul Blog delle Stelle conferma che, assieme al Reddito di Cittadinanza, Quota 100 non si tocca.
“Abbiamo dato il diritto di andare in pensione dopo anni di sacrifici a tutti quei lavoratori che sono stati ingannati da una legge ingiusta e dolorosa come la Fornero. Tutto questo era nel nostro programma con cui ci siamo presentati alle elezioni nel 2018, e noi le promesse le manteniamo. I voti del MoVimento 5 Stelle per cambiare o smantellare due conquiste sociali e di umanità come queste non ci saranno mai”.
Di pensioni parla anche Matteo Salvini, leader della Lega. “Quota 100 era l’inizio di un percorso che quando andremo al governo avrà Quota 41 come ricaduta finale”.
Parlando del capolista bolognese della lista di +Europa alle prossime regionali, Salvini ha detto che “Bonaccini ha scelto un campione della legge Fornero e del vitalizio come Giuliano Cazzola”.
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