L’anticipo pensionistico Quota 100 non si tocca: la possibilità di andare in pensione almeno con 62 anni di età e 38 di contributi è uno dei capisaldi del Governo. A dirlo è stato il vicepremier M5S Luigi Di Maio, con un post pubblicato il 5 giugno sulla procedura di infrazione annunciata dalla Commissione europea.
“Quota 100 non si tocca e, sia chiaro, le pensioni degli italiani non si toccano!”, ha scritto il vicepremier e leader del M5S.
“Lasciatemi dire che come sento parlare di doveri, mi piacerebbe sentir parlare anche di diritti. Diritti degli italiani e delle loro famiglie! Non chiedo tanto: diritti! Che tradotto significa la possibilità di aiutare le famiglie, le imprese, le scuole, la nostra sanità. Quindi rimbocchiamoci le maniche tutti. E con ‘tutti’, intendo anche Bruxelles!“, si legge ancora nel post di Luigi Di Maio.
L’impressione è che Di Maio abbia voluto inviare un chiaro messaggio, anche agli alleati di Governo, per il prossimo biennio: con la Legge di Bilancio 2019, infatti, era stata prevista un’approvazione del progetto Quota 100 fino al 2021, ed il progetto non verrà meno qualora dovessero subentrare dei tagli alla spesa pubblica indotti dalle pressioni dei vertici dell’Unione Europea.
Certamente, il riferimento a Bruxelles non è casuale: se è vero che dal centro d’Europa, infatti, si reclamano all’Italia dei conti più stabili, questo non significa che si andranno a reperire dai provvedimenti e dagli impegni già presi. Ancora di più se si intende intaccare quelli riguardanti il fronte pensionistico.
Nella scuola, ricordiamo, moltissimi docenti e Ata, ma anche più di un dirigente scolastico, sono interessati al provvedimento: chi non ce l’ha fatto quest’anno (anche per via di una riduzione dell’assegno di quiescenza troppo alto), potrebbe ritentare l’anno prossimo e quello dopo ancora.
Solo nella scuola, il prossimo mese di settembre saranno circa 17 mila, Inps permettendo, a lasciare il servizio avvalendosi dell’anticipo pensionistico Quota 100: dovevano essere il triplo, oltre 50 mila, ma i tagli consistenti all’assegno pensionistico (anche 400 euro) hanno convinto in tanti a rimandare il fatidico appuntamento.
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