Sono oltre 5 mila i docenti e Ata, su 27 mila candidati, ancora non sapere se il prossimo anno scolastico saranno ancora in servizio o andranno in pensione attraverso l’anticipo “Quota 100”: dopo l’esperienza negativa dell’anno scorso, quando diverse migliaia di lavoratori della scuola ha avuto la risposta definitiva dall’Inps solo all’ultimo momento, alcuni addirittura ad agosto, il quadro è decisamente migliorato.
Lo hanno detto i dirigenti ministeriali ai sindacati, nel corso di un incontro tenuto al Miur, al quale erano presenti anche rappresentanti dell’Inps, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, che stanno collaborando attivamente attraverso i loro uffici territoriali.
Al 24 giugno, secondo i dati presentati ai sindacalisti, risulta lavorato il 99,12% delle domande di pensionamento presentate entro il 12 dicembre scorso, secondo le regole di pensionamento vigenti prima dell’introduzione della cosiddetta ‘quota 100’ entrata in vigore successivamente (si tratta della cosiddetta prima platea).
Risulta poi lavorato il 79,77% delle domande relative alla cosiddetta seconda platea, quella che ha presentato domanda entro il 28 febbraio, dopo l’introduzione di ‘quota 100’.
Essendo 27 mila le domande presentate, risultano quindi oltre 5 mila richieste ancora non definite.
“Siamo particolarmente soddisfatti – ha detto il ministro Marco Bussetti – dell’andamento delle operazioni. Grazie al lavoro di squadra svolto da Miur e Inps, sia attraverso gli uffici centrali che territoriali, stiamo procedendo molto rapidamente con le certificazioni”.
“L’obiettivo finale – ha concluso Bussetti – è quello di consentire a coloro che nella scuola hanno diritto alla pensione di poterne usufruire da settembre, senza soluzione di continuità con lo stipendio. Anche a quelli che hanno presentato domanda nell’ambito della finestra che si è aperta a seguito dell’introduzione di ‘quota 100’ e dell’‘Opzione donna’”.
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