Lo scorso 17 gennaio, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto quota 100 che ha ampliato la possibilità di pensionamento anche per il personale della scuola.
L’adesione prevista è di 70mila docenti, più 30mila tra Ata e dirigenti scolastici. In realtà con la quota 100, a lasciare il servizio il 1° settembre 2019, saranno molto di meno. Le domanda attese saranno circa 10mila. A scoraggiare molto, purtroppo, l’assegno più basso e l’assegnazione ritardata di buona parte del Tfr, visto che solo 30 mila euro verrebbero corrisposti subito.
Secondo quanto segnala lo Snals, ci sarà un assegno ridotto tra i 200 euro per i collaboratori scolastici e di 330 euro per i docenti. Ma anche di un importo che va dai 10 mila e i 15 mila euro in meno di Tfr.
Il calcolo riguarda docenti e Ata con 62 anni di età e 38 di contributi e viene messo a confronto con il pensionamento previsto con le regole della legge Fornero (quindi a 67 anni).
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