Nel corso della seduta del 26 gennaio alla Camera dei deputati, in sede di conversione in legge del decreto, il Governo, per il tramite del sottosegretario all’economia e alle finanze Gianfranco Polillo, ha preso atto del seguente o.d.g. n. 79:
“La Camera, premesso che:
il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 introduce una nuova disciplina previdenziale e l’articolo 24, comma 14 stabilisce che le disposizioni in materia di requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore della legge continuano ad applicarsi ai soggetti che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2011, senza tener conto della particolare specifica normativa che permette, invece, agli insegnanti di accedere al pensionamento esclusivamente in coerenza con il calendario scolastico;
come dimostrano gli ultimi dati ufficiali forniti dal Miur, che collocano i docenti italiani tra i più anziani dei Paesi Europei, gli interventi volti a ridurre le cessazioni del rapporto di lavoro per pensionamento incidono sull’invecchiamento del corpo insegnante,
impegna il Governo
in sede di discussione del primo provvedimento utile a prevedere un intervento normativo volto a introdurre il termine del 31 agosto 2012 per il personale del comparto scuola che ha maturato i requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto-legge 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
9/4865-AR/79 Ghizzoni, Gnecchi, Bachelet, Coscia, De Biasi, De Pasquale, De Torre, Levi, Lolli, Mazzarella, Melandri, Nicolais, Pes, Rossa, Russo, Siragusa”.
Riproposto quindi, tramite l’ordine del giorno approvato, uno degli emendamenti richiesti nel “milleproroghe” (ma non contenuto nel testo su cui la Camera dei deputati ha votato la fiducia il 26 gennaio, come riferito in altro articolo) per il personale della scuola.
Nel corso del dibattito il sottosegretario Polillo ha precisato che le questioni messe in evidenza sono state oggetto di approfondito esame in sede referente e ha assicurato “l’impegno del Governo a valutarle ulteriormente durante l’iter del provvedimento al Senato, per individuare le soluzioni legislative più appropriate”.
Infatti, l’iter della legge non si è ancora concluso perché il testo dovrà essere discusso anche al Senato ed è possibile che il decreto, in scadenza il 27 febbraio, subisca ulteriori modifiche.